La morte di Bin Laden e le reazioni dei politici italiani
Se il nostro concittadino ha ormai fatto il callo alla litigiosità dei politici italiani, indaffarati in salotti televisivi e in istituzioni a menar di parole se non di mani, in politica estera dovrà quantomeno convenire che governo ed opposizione riescono ad esprimere in più occasioni giudizi che, se non esattamente sovrapponibili, sono quanto meno accostabili. La morte di Bin Laden, per la biografia stessa del personaggio, per il significato politico che ha assunto, non può che rappresentare un'area di facile consenso per i partiti occidentali impegnatisi nella "lotta al terrorismo". La matrice comune alle reazioni politiche, del resto, si muove, dal presente al futuro, su un unica direttrice: la soddisfazione per l'uccisione dello sceicco e la necessità di proseguire nell'impegno politico (e militare?) contro il terrorismo.
Per Berlusconi la morte del leader di Al Qaeda "E’ un grande risultato alla lotta al male, per gli Stati Uniti ma anche per tutte le democrazie", ragion per cui queste "dovranno continuare a collaborare come hanno fatto, erano quasi dieci anni che tutto il mondo attendeva questa notizia".
Per il Ministro della difesa Ignazio La Russa l'uccisione di Bin Laden ha un forte valore simbolico. In primo luogo perché rappresenterebbe l'utilità della lotta al terrorismo, in secondo luogo, dato il rilievo di Bin Laden nell'immaginario del terrorista islamico, "la sua uccisione potrebbe costituire un forte contraccolpo per il terrorismo". Ma per l'Occidente la vittoria sarebbe ancora di là da venire, perché, precisa La Russa, non mancano altri capiterroristi.
Il mullah Omar, ecco il primo nome, il prossimo nemico espresso dal Ministro degli esteri Franco Frattini. La cattura del mullah, ricorda il ministro, è un obiettivo che "non è mai venuto meno da parte della coalizione internazionale che combatte il terrorismo". "Anche per lui – ammette Frattini -bisogna trovare il luogo segretissimo in cui si rifugia. Credo che quando si apre una breccia, ci possa essere poi una maggiore collaborazione dal terreno che può aiutare ad avvicinarsi all’obiettivo".
Per il Ministro degli Interni Roberto Maroni, la morte di Bin Laden, oltre a costituire una notizia positiva nella guerra al terrorismo, rappresenta un motivo in più per aumentare il livello di attenzione nel paese. Secondo l'Interpol, riferisce Maroni, "con l’uccisione di Bin Laden sale il rischio terrorismo e io condivido questa preoccupazione".
Michaela Biancofiore (Pdl) si è invece prodigata in un'ardita analisi dell'accaduto, affermando all'Ansa che "L’eliminazione da parte delle forze Usa dello sceicco del terrore Bin Laden all’indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal Papa più amato che tanto tuonò contro la rete del terrore".
Passiamo all'opposizione, tra le cui file c'è un certo perdurante, ostinato silenzio, interrotto dal leader del principale partito di opposizione, Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd ha sottolineato che "La morte di Osama Bin Laden, principe della barbarie e della guerra fra civiltà, è un colpo durissimo ad Al Qaeda e alle sue strategie di tensione e di terrore". Bersani ha poi espresso le proprie "congratulazioni al governo e al popolo americano", invitando comunque a non abbassare "la guardia contro un terrorismo che, pur indebolito, non si arrenderà".
Al di là del mondo politico, particolarmente rilevante è la reazione delle guide spirituali religiose, che sull'uccisione dello sceicco hanno cercato di aprire un'area di discussione. Izzedin Elzin, presidente dell'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, ha dichiarato di essersi aspettato "che Bin Laden venisse catturato e giudicato di fronte a un tribunale per ciò che ha commesso. Credo che con questo ci siamo messi alle spalle una situazione difficile, ora spero si apra un pagina nuova in cui il mondo trovi un modo nuovo di convivere, senza attentati, guerre e uccisioni".
Anche il Vaticano ha diffuso un messaggio che contrasta sia con le manifestazioni di giubilo popolare, sia con la soddisfazione dei rappresentati politici: “Nessuno gioisca”, perché "Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini". Insomma, dalla Santa Sede una lettura segnatamente differente dall'animosità misticheggiante di quanti leggono nella morte di Bin Laden un "nuovo enorme miracolo".