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La maschera di Tutankhamon ritorna al Museo del Cairo dopo il restauro

Il 16 dicembre la maschera di Tutankhamon ritornerà al Museo del Cairo nella sua teca in seguito al restauro a cura di un team di scienziati e tecnici, egiziani e tedeschi, terminato dopo otto settimane. A dichiararlo il ministro della Antichità egiziano Mamdouh El Damaty, stando a quanto riferito dall’agenzia Mena. Circa un anno fa la barba del prezioso reperto, raffigurante il re fanciullo, si era staccata a causa di una pulizia maldestra e fu rincollata frettolosamente con una resina considerata ‘inadatta’.
A cura di Silvia Buffo
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La maschera di Tutankhamon
La maschera di Tutankhamon al Museo del Cairo

Fa ritorno al Museo del Cairo, la maschera di Tutankhamon, dopo l'impegnativo intervento di restauro che ne ha ripristinato adeguatamente l'integrità in seguito all'incidente avvenuto lo scorso ottobre. Il museo è una delle principali attrazioni turistiche della città ma secondo molti esperti gli standard della sicurezza della struttura non sarebbero del tutto adeguati. Un dipendente del museo, riferì che la barba si sarebbe allentata e così sarebbe stata rimossa per poi venire riattaccata frettolosamente con un collante inadeguato secondo gli ordini ricevuti dalla direzione. Queste fra le dichiarazioni anonime che in quell'occasione furono riferite dall'Agenzia Mena:

"Sfortunatamente il materiale utilizzato per la riparazione, la resina epossidica, è irreversibile e ha una grande capacità collante su metalli e pietre ma credo che non fosse adatta per un oggetto eccezionale come la maschera di Tutankhamon. Avrebbero dovuto portare la maschera in un laboratorio ma avevano fretta di esporla di nuovo e sono intervenuti utilizzando questo materiale irreversibile e dalla rapida asciugatura".

La maschera di Tutankhamon al Museo Cairo
La maschera di Tutankhamon nella sua teca al Museo del Cairo

La maschera funeraria di Tutankhamon, in materiali preziosi, è di inestimabile valore: in oro massiccio, ripruducente i connotati del volto del faraone. Fu ritrovata da Howard Carter nel 1922. Realizzata con numerosi strati d’oro battuto, intarsiato di ceramica e pietre semipreziose, riproduce fedelmente i lineamenti del giovane re al momento della sua morte. Secondo l’antica tradizione, intorno agli occhi e fino alle tempie, vi sono tocchi di lapislazzuli. I lobi delle orecchiate sono forati e al ritrovamento erano coperti con nastri d’oro.

Gli elementi caratteristici sono il naso sottile leggermente irregolare, le narici delicate e le labbra pronunciate. Il faraone porta il nemes, il tradizionale copricapo a strisce blu e dorate, simbolo del dio solare Ra. Anche gli occhi hanno una forte valenza simbolica: quello sinistro rappresenta la Luna, mentre quello destro il Sole. Brillano sulla fronte del Re, le due divinità associate al potere reale, l’avvoltoio del Sud e l’ureo del Nord. Il becco dell’avvoltoio è in lapislazzuli e gli occhi sono di quarzo dipinto in bianco e nero, mentre l’ureo è intarsiato di turchese, cornalina, lapislazzuli. Le spalle del Faraone sono coperte di un ampio collare, anche questo in tipico lapislazzuli, misto a quarzo, feldspato verde che termina con due teste di falco intarsiate sulle spalle, sulla cui parte posteriore si può ammirare la suggestiva iscrizione geroglifica dedicata ad Osiride, tratta dai “Testi dei Sarcofagi” del Medio Regno e che nel Nuovo Regno venne incorporato nel "Libro dei Morti".

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