La marea nera in Sardegna minaccia l’Asinara: il silenzio dei media
L'11 gennaio scorso, da una lacerazione di appena 19 millimetri, apertasi in un tubo spesso 24 pollici, sono stati riversati in mare dai 18mila ai 45mila litri di olio combustibile, difficile quantificarlo con certezza. Questa notizia, passata in sordina per troppi giorni, ci riguarda direttamente, perché il disastro ambientale, di cui stiamo parlando, è accaduto proprio qui, sulle coste della meravigliosa Sardegna.
L'11 gennaio scorso la nave Emerald stava scaricando nei depositi della centrale termoelettrica E.On. una certa quantità di combustibile, parte del quale si è riversato in mare, interessando il tratto di costa che va da Porto Torres (Sassari) a Gallura (Olbia). Come difficile è quantificare il materiale disperso, altrettanto lo è stabilire i danni di questo disastro ambientale. L'inchiesta, diretta da Paolo Piras, sostituto procuratore della Repubblica, cercherà di chiarire le cause dello sversamento e, di conseguenza, anche eventuali responsabilità.
Intanto, questa mattina, sono riprese le operazioni di bonifica del catrame sulle spiagge tra Ezzi Mannu e le Saline. Solo ieri gli operai, chiamati a ripulire le coste dal combustibile, ne hanno raccolto circa 4 chili. La preoccupazione, nelle ultime ore, è rivolta all'Asinara, dove si teme per il Santuario dei Cetacei e per le numerose spiagge che rendono questa terra unica al mondo.
Catrame sulle spiagge di Porto Torres
E mentre la marea nera in Sardegna sta allargando la sua macchia, i media rispondono con un silenzio inquietante: poco interesse nei riguardi di un disastro ambientale simile, che dovrebbe invece scatenare le coscienze, a partire da tutti coloro che sostengono di fare informazione, a partire da tutti coloro che rivolgono sguardi ammirati a quel mare cristallino, a partire da tutti coloro che godono di quelle bellezze per un certo periodo dell'anno.
E domani il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, riferirà in Parlamento sull'incidente ambientale avvenuto l'11 gennaio scorso a Porto Torres.
La Sardegna ci appartiene e il popolo sardo va sostenuto.