La mafia vuole uccidere Di Matteo: “Il tritolo è già a Palermo”
Cresce il livello di allarme intorno a Nino Di Matteo, pubblico ministero della trattativa Stato – Mafia che Totò Riina, capo di Cosa nostra, vuole uccidere. secondo una fonte considerata dagli inquirenti "molto attendibile" da diversi mesi molte famiglie mafiose palermitane starebbero raccogliendo un'enorme quantità di esplosivo per portare a segno un attentato al pm: il carico di tritolo, secondo la fonte, sarebbe già nascosto in diversi punti di Palermo. Al momento di più non si sa, ma giova ricordare che proprio nei giorni scorsi Antonino Zarcone, uno degli ultimi pentiti di mafia, ha parlato del piano di Cosa Nostra per portare a segno un attentato contro Nino Di Matteo: "Era coinvolta pure la mia cosca, quella di Bagheria", ha spiegato, rievocando una delle stagioni più buie della storia italiana, come quella delle stragi di Capaci e Via D'Amelio che uccisero i giudici Falcone e Borsellino.
Nei mesi scorsi l'ennesima condanna a morte a Di Matteo era stata pronunciata dal boss mafioso Totò Riina, che in una conversazione intercettata nel carcere di Opera ha detto al compagno di ora d'aria Alberto Lo Russao: "Facciamola grossa e non ne parliamo più, organizziamola questa cosa. Di questo processo – si sfoga Riina -, questo pubblico ministero di questo processo, che mi sta facendo uscire pazzo, per dire, come non ti verrei ad ammazzare a te, come non te la farei venire a pescare, a prendere tonni. Ti farei diventare il primo tonno, il tonno buono. Ancora ci insisti? Minchia… perché me lo sono tolto il vizio? Me lo toglierei il vizio". Il riferimento è a Di Matteo, a cui "gli hanno rinforzato la scorta e allora, se fosse possibile, ad ucciderlo… Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari" dice Riina riferendosi al fallito attentato al vicequestore Rino Germanà. Il poliziotto si salvò gettandosi in mare mentre il boss Bagarella gli sparava.