La lista unitaria di sinistra si farà. La proposta di Civati: “Chiamiamola Finalmente”
“Finalmente”. Non solo una esclamazione ma un vero e proprio intento, quello di chiamare così la lista unitaria che sembra poter nascere a sinistra in vista delle prossime elezioni politiche. La proposta ironica viene lanciata da Pippo Civati, leader di Possibile, con un post sul suo blog. Primo elemento di novità introdotto da Civati è quello riguardante la certezza che la lista ci sarà: “E così dopo mesi molto, troppo lunghi si è arrivati alla definizione del progetto della lista per la sinistra e per la Repubblica”, annuncia Civati.
Una lista unitaria a sinistra che tenga insieme "tutti i soggetti presenti in Parlamento e che – cosa ancora più importante – si apra alla società. Quella civile, impegnata, e quella che riguarda la vita delle persone, la loro quotidianità”. Secondo il leader di Possibile “ora la danno tutti per scontata”, dice riferendosi alla formazione di questa lista: “Credo sia il momento di ringraziare tutti coloro che in questi mesi hanno dato il proprio contributo perché si evitassero inutili polemiche, si cercasse il confronto, si abbassasse il tasso di narcisismo e si assumesse una responsabilità più forte e condivisa”.
Civati dà quindi il nome a questa lista: “Dovremmo chiamarla finalmente”, aggiunge con un po' di ironia. E spiega ancora: “In occasione della prima manifestazione unitaria promossa da Possibile a luglio dissi che l’ultimo che esce dalla maggioranza è il benvenuto”. Il riferimento di oggi è al presidente del Senato Pietro Grasso: “Ciò che è successo nell’ultimo mese e l’attenzione che sta provocando la scelta del presidente Grasso mi conferma che non era soltanto una battuta né uno slogan”. Lo stesso Grasso negli scorsi giorni ha lasciato il gruppo del Pd al Senato dopo l’approvazione della legge elettorale ed è poi stato indicato da Pier Luigi Bersani come possibile candidato premier di questa lista a sinistra.
Civati conclude:
Il lavoro di questi mesi ha portato a qualche risultato che ora deve riempirsi di senso politico, di una utopia per realisti, di un messaggio che riguardi le cittadine e i cittadini. Ora abbiamo finalmente una cornice, un percorso da condividere e un obiettivo comune. Resto convinto che due aspetti siano fondamentali per completare il quadro: il Manifesto e la partecipazione delle persone, la più ampia e inclusiva, che sappia forzare le maglie tremende del Rosatellum, facendo saltare la blindatura del sistema. Due impegni che assumo nuovamente e che saranno per me la cifra di questa proposta elettorale, ma per me prima di tutto culturale e politica.