Dopo gli scontri, le devastazioni ed i saccheggi degli ultimi giorni la Gran Bretagna ha vissuto la sua prima notte di "calma e di relativa tranquillità". Il massiccio spiegamento di forze di polizia, voluto dal Premier David Cameron (precipitosamente rientrato dalle vacanze in Toscana), sembra essere riuscito a riportare sotto controllo una situazione che rischiava di degenerare. Una linea della fermezza sulla quale continueranno a muoversi le autorità londinesi, le quali stanno in queste ore lavorando ad un piano organico che prevede anche la possibilità che le forze di polizia utilizzino proiettili di gomma, idranti e cannoni ad acqua. Il tutto per una mobilitazione senza precedenti che di fatto ha letteralmente militarizzato le principali città britanniche, dalla capitale a Manchester e Liverpool, fino ad arrivare a Birmingham, teatro di scontri durissimi nella scorsa nottata (nonché dell'episodio più grave registrato finora, con 3 cittadini feriti mortalmente in un incidente stradale dalla dinamica ancora poco chiara).
Va comunque segnalato che la situazione resta complessa e la tensione altissima, con la calma di questa notte che è probabilmente dovuta anche alla forte pioggia che ha imperversato sull'isola britannica. Così come del resto non si placano le polemiche intorno all'operato di Scotland Yard, sia per quanto riguarda l'origine degli incidenti, sia per quanto concerne la gestione del momento critico dell'emergenza. La stessa scelta del Premier Cameron di rispondere con durezza estrema alle rivolte, se da un lato risponde ad una chiara esigenza di rispetto delle regole e ritorno alla legalità, dall'altro dimostra quanto grande sia la distanza fra le linee programmatiche, l'idea stessa di società dei governanti inglesi e le rivendicazioni di alcune fasce sociali che non solo stanno vivendo sulla loro pelle gli effetti della crisi economica, ma stanno facendo i conti con un'idea di società sempre più "escludente nei loro confronti, incapace di garantire integrazione e benessere, allargamento dei diritti e partecipazione al dibattito democratico". Ed è questo il terreno sul quale la classe dirigente inglese dovrà necessariamente confrontarsi una volta che la situazione si sarà "normalizzata".