La lettera di Vantaggiato ai genitori di Melissa: “Si risparmi questa fatica”
I genitori di Melissa Bassi, la 16enne rimasta uccisa nell’attentato di Brindisi, non possono perdonare un uomo che ha portato via, senza alcuna ragione, la vita di una ragazza che come ogni mattina stava andando a scuola. È una cosa che non si comprende e non si può accettare, restano inutili dunque le lacrime di Giovanni Vantaggiato, il killer reo confesso della bomba alla Morvillo-Falcone. Vantaggiato ha pianto dinanzi al gip durante il suo interrogatorio durante il quale ha confessato nuovamente il delitto dando qualche spiegazione che sembra ancora parziale e mostrando, soprattutto, il rimorso per il gesto compiuto. Ha chiesto come fare per chiedere perdono ai genitori di Melissa, ha chiesto di poter scrivere loro una lettera, parole che non saranno però accettate dalla famiglia della giovane vittima.
Il legale dei Bassi duro nei confronti dell’assassino – “Si risparmi questa pelosa trovata”, il commento del legale della famiglia Bassi, Fernando Orsini, per rispondere a quest’ultima richiesta dell’attentatore di Brindisi. L’avvocato dei genitori di Melissa ha ricordato le migliaia di lettere che ogni giorno la famiglia della 16enne riceve da altre persone e da italiani perbene. L’iniziativa di Vantaggiato appare dunque assolutamente fuori luogo, nessuno scritto e nessun rimorso potrà cancellare il dolore per un gesto tanto assurdo. I genitori di Melissa lo avevano già detto nella loro conferenza stampa successiva alla cattura del killer: non avrebbero mai voluto vedere né sentire quell’uomo.
Il legale di Vantaggiato valuta il ricorso in Riesame – La difesa del killer, intanto, potrebbe ricorrere al Riesame contro l’ordinanza di custodia in carcere del gip di Lecce Ines Casciato, emessa sabato sera insieme alla convalida del fermo dell’indagato. L’eventuale ricorso riguarderebbe la conferma dell’aggravante della finalità di terrorismo relativa all’ipotesi di reato di strage in concorso, in base alla quale l’inchiesta resta alla Procura distrettuale antimafia di Lecce. Se il giudice non avesse confermato l’aggravante, l’indagine sarebbe tornata alla Procura di Brindisi. Ma si continua a scavare, per cercare la “verità completa”, l’ ha detto anche il ministro Cancellieri secondo la quale però è importante che sia stato preso colui che ha materialmente compiuto il fatto.