La leggenda di Ondina, 80 anni fa il primo oro olimpico di un’italiana
Ottant'anni dopo Ondina Valla, la prima italiana a vincere una medaglia olimpica. Da Berlino 1936 a Rio 2016, la pattuglia italiana capeggiata da Federica Pellegrini scende in gara anche nel segno di quell'atleta, all'ombra della svastica e delle Olimpiadi naziste, conquistò l'oro e salì sul gradino più alto del podio nella prova degli ottanta metri ostacoli. Jesse Owens, velocista di colore, si fece beffe di Hitler, delle sua teorie sulla superiorità della razza e gli dimostrò che un ‘non ariano appartenente a una razza inferiore' poteva sovvertire la storia e portare a casa ben quattro trionfi di fila: il 3 agosto vinse i 100 metri, il 4 agosto il salto in lungo, il 5 agosto i 200 metri e il 9 agosto la staffetta 4×100 il campione afro-americano sbalordì il mondo intero e divenne leggenda.
Fu così anche per Trebisonda, il nome di battesimo che il papà meccanico – romantico sognatore di terre lontane – impose alla figlioletta capace di divenire l'antesignana, un'icona delle atlete azzurre che negli avvenire avrebbero scritto le pagine più belle della tradizione sportiva nazionale. Sara Simeoni, Gabriella Dorio, Valentina Vezzali e oggi la ‘Fede' del nuoto tricolore sono tutte figlie di Ondina, quella ragazza di Bologna, che la spuntò al fotofinish architettato dallo svizzero Tissot e trasformato in un strumento di algida perfezione dai tedeschi.
Ondina mise in fila la tedesca Anny Steuer ed Elizabeth Taylor, oltre alla rivale diretta, la connazionale Claudia Testoni. Il cronometraggio fotoelettrico non può indurre in dubbi di sorta né lasciare spazio a recriminazioni. L'indicazione del tempo (11"748) consegna alla Valla la medaglia d'oro e fa di lei la capostipite delle vittorie azzurre ai Giochi. Potere alle donne in un'epoca che aveva alimentato le diseguaglianze sociali. La Steuer è seconda a 11" 809, la Taylor chiude al terzo posto con il tempo di 11"811. La Testoni si ferma ai piedi del podio e perde la ‘Trebisonda'. Ondina invece fa la storia, una luce in quell'Europa che di lì a poco sarebbe deflagrata nel Secondo conflitto mondiale.