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La giustizia indiana in vacanza, i marò ancora in carcere

L’udienza di fronte alla Corte del Kerala, che deve decidere sulla giurisdizione del caso dei due militari italiani detenuti in India, è slittata a dopo il 20 maggio. Da oggi infatti i tribunali dell’India chiudono per ferie.
A cura di Biagio Chiariello
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si complica il caso dei due militari italiani detenuti in india

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dovranno restare in carcere (almeno) per un altro mese. L'ennesimo rinvio del rilascio dei due marò italiani, accusati dalle autorità indiane di aver sparato ed ucciso due pescatori scambiati per due pirati, è stato deciso dal tribunale di Kollam, nello stato del Kerala. Una disposizione che era comunque già stata ufficiosamente presa da qualche giorno. Giovedì scorso, infatti, l'Alta Corte non si è pronunciata sull’udienza originariamente prevista per il giorno dopo. Così facendo ha portato a slittare il nuovo dibattimento alla fine delle ferie giudiziarie che in India cominciano proprio oggi e durano fino al 20 maggio. Solo dopo quella data il tribunale indiano si riunirà per decidere sulla giurisdizione del caso.

E cosi la detenzione dei marò italiani nel carcere di Trivandrum continua. I due fucilieri del Reggimento San Marco sono detenuti dal 5 marzo scorso. Va detto che il rinnovo della custodia giudiziaria, secondo quanto previsto dalla giurisprudenza indiana, può verificarsi al massimo per un periodo non superiore ai tre mesi. E al momento siamo già nel secondo mese. Ma col protrarsi delle tempistiche e il pugno duro dell'India, sembra proprio che la permanenza di Latorre e Girone nelle prigioni indiane coprirà tutto il tempo a disposizione di Nuova Delhi.

Peraltro la situazione per i due italiani sarebbe stata complicata dai risultati della perizia balistica sui proiettili che hanno ucciso i due pescatori. Secondo alcune indiscrezioni, i colpi sarebbero stati esplosi proprio dai due fucili Beretta sequestrati a bordo della Enrica Lexie. E' quanto scritto nel  rapporto inviato dal direttore del laboratorio di Trivandrum – dove sono state condotte le analisi – al magistrato di Kollam. Ma la notizia è tutt'altro che ufficiale e gli esami sono ancora nelle mani delle autorità indiane.

La decisione del tribunale del Kerala giunge poco dopo il compiacimento espresso dal titolare della Farnesina, Giulio Terzi, per il consenso riscontrato nella comunità internazionale, in particolare nel G8,sul «principio basilare della giurisdizione nazionale» per gli uomini impegnati in operazioni antipirateria. La strategia italiana è quella di dimostrare che l'incidente è avvenuto in acque internazionali. Ma l'atteggiamento dell’India, che da due mesi tiene in pugno un’intera comunità internazionale, rischia di far precipitare la situazione a livello diplomatico.

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