La famiglia di Yara Gambirasio si oppone all’archiviazione per Fikri
È ancora in bilico la posizione di Mohammed Fikri, l’operaio marocchino a oggi unico indagato nel caso relativo all’omicidio della giovane Yara Gambirasio, la ginnasta di Brembate Sopra uccisa il 26 novembre del 2010. Appena qualche giorno fa il pm Letizia Ruggeri, dopo che il gip Ezia Maccora aveva voluto un supplemento d’indagine, aveva presentato la richiesta per l’archiviazione del fascicolo relativo all’operaio inizialmente fermato perché accusato di aver fatto riferimento all’omicidio di Yara in una conversazione telefonica. Ma quella telefonata è stata ritradotta anche recentemente da diversi interpreti che hanno dato ragione all’imputato: secondo le ultime versioni Fikri non parlava di Yara ma imprecava contro un creditore che non rispondeva a telefono.
Manca poco tempo alla chiusura delle indagini – I genitori della ragazza uccisa però sono convinti che la traduzione giusta di quella frase sia ancora la prima, quella che portò al fermo di Mohammed Fikri. Per loro, insomma, le parole dell’operaio furono “Allah, non l’ho uccisa io”. Per questo motivo Enrico Pelillo, l’avvocato dei Gambirasio, ha depositato la sua opposizione. Toccherà ancora al gip Ezia Maccora prendere una decisione dopo aver valutato tutti gli atti presentati. Ma c’è sempre meno tempo a disposizione degli investigatori per tentare di risolvere il giallo di Yara Gambirasio: nonostante il lavoro sugli oltre 12000 campioni di Dna prelevati in questi mesi manca ancora il nome di chi possa aver ucciso la ragazzina. E manca poco più di un mese alla chiusura definitiva delle indagini prevista alla fine di febbraio.