La dura vita dei politici più pagati d’Europa: la casta e i suoi privilegi
L’Italia è attraversata da una crisi economica molto seria, che ha origine antiche ma che si è aggravata con gli anni anche a causa delle spese decise dai vari Governi che si sono succeduti, che non hanno fatto altro che ingrossare il debito pubblico rimandando tutti i problemi al domani. Ora è arrivato il momento della verità, la cassa è vuota e non si può più spendere, anzi a tutti e chiesto di fare sacrifici e stringere la cinghia se non si vuole che l’Italia fallisca con conseguenze ancora più disastrose per tutti.
Il Governo, con il placet di opposizioni e Presidente della Repubblica, ha approvato una manovra finanziaria in tempi record, piena di tagli alle spese e decurtazione di benefit per famiglie ed imprese. Eppure c’è qualcosa che non va in questa manovra, a tutti sono chiesti sangue e fatica tranne che per un piccolo, esiguo numero di eletti, non nel senso di migliori, ma proprio perché votati in Parlamento.
A tutti noi nel lavoro è chiesta puntualità, rapidità e precisione, ma non per loro che, come rivela il deputato Carlo Monai, in un’intervista all’Espresso, se va bene, sono chiamati al lavoro ben tre giorni a settimana in Aula e mai di Venerdì, il weekend lungo sembra sacro. Certo poi per qualcuno ci sono i vari impegni per le commissioni e in giro per convegni e visite ufficiali, ma per carità sempre a nostre spese. I deputati e senatori che così diligentemente hanno approvato la manovra economica per il nostro bene, guarda caso si sono proprio dimenticati di tagliarsi qualche benefit.
In Italia probabilmente quelli che lavorano di meno, in proporzione, sono anche quelli pagati di più, ma il nostro Paese, lo riconosciamo, è strano e pieno di contraddizioni. A un'indennità di 5.486,58 euro, per ogni deputato vanno aggiunto 3.503,11 euro di diaria. Certo come a noi vengono decurtati i giorni di permesso, anche ai nostri rappresentanti vengono sottratti 206 euro per ogni assenza, con la piccola differenza che ciò avviene solo se ci sono votazioni in Aula e basta presenziare solo ad una di esse nell’arco di tutta la giornata.
Fare il politico, come tutti sanno, richiede grandi doti oratorie e sintonia con il popolo, la dura vita dei parlamentari più pagati d’Europa non può fare a meno del contatto diretto con il proprio elettorato, ma anche questa volta a pensarci siamo noi che gli consegniamo un rimborso forfettario per garantirgli il rapporto con il loro collegio, insomma mettiamo nelle mani del nostro rappresentante circa 3.700 euro al mese per venirci trovare e fare i suoi comizi.
Li coccoliamo i nostri politici, e non solo i parlamentari, ma anche quelli nei Consigli Regionali e provinciali, che usufruiscono di agevolazioni e sconti su una quantità enorme di servizi. Come rivela lo stesso Monai, in Friuli “c'è pure un indennizzo forfettario per l'utilizzo della propria macchina, per chi vive fuori Trieste, 1.800 euro in più al mese, tutti prendevano il treno regionale, e si intascavano la differenza”. Ma ai parlamentari va molto meglio, ognuno di loro ha una tessera che gli consente di non pagare l'autostrada, i treni, gli aerei e le navi, per permettergli di spostarsi da Aosta a Lipari senza problemi, perché la vita del parlamentare è dura, sempre in viaggio e lontano dalla famiglia. Ma a prendersi cura di loro sono anche le aziende che con offerte ad hoc regalano tariffe agevolate per i telefonini, o sconti del 25% sull’acquisto di un’auto, metti caso che il rimborso di 1000 euro al mese per il taxi non sia sufficiente.
Loro sono diversi, sono i prescelti, sono quelli che se vengono eletti pretendono impunità, a loro non si chiedono certo i carichi pendenti in tribunale visto che, come rivela un’inchiesta di Repubblica, ben 84 parlamentari hanno pendenze con la giustizia, e si va dai piccoli casi di diffamazione a casi di corruzione e peculato, fino al concorso esterno in associazione mafiosa.
Provate a presentarvi in qualsiasi azienda con un’accusa del genere sulle spalle e non vi accoglieranno certo a braccia aperte. Ma se il nostro Presidente del Consiglio è alle prese con sei processi che lo riguardano e il Parlamento fa quasi sempre quadrato per difendere il gruppo, la casta, quando si tratta di dare l’autorizzazione a procedere a qualche arresto, allora non ci si meraviglia se molti giovani disoccupati entrano in politica, si candidano e ti chiedono il voto per aiutarli a trovare un buon posto pubblico con cui poter campare.