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La donna che ha adottato una nutria: “E’ meglio di un figlio, i bimbi non mi piacciono”

Angelica Benazzi, animalista, da tre anni vive in casa a Pavia con la sua nutria, dopo averle salvato la vita. “Le do la pasta, la porto alle feste, lei la notte mi chiama perché ha bisogno di me” dice la donna in un’intervista a Libero. “Se io potessi fare un figlio sapendo già che uscirà nutria o topo sarei felice”.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ diventata in poche ore virale l’intervista pubblicata da Libero ad Angelica Benazzi, animalista che vive in casa a Pavia con una nutria di nome Mariah, che dice di aver salvato da morte certa tre anni fa. L’intervista, a tratti esilaranti, è firmata da Simona Bertuzzi. “Le do la pasta, la porto alle feste, lei la notte mi chiama perché ha bisogno di me” dice l’intervistata. La storia di Mariah e Angelica inizia tre anni fa. L’animale viene trovato gravemente ferita in uno scantinato, da un uomo che decide di chiamare il canile della zona, il quale a sua volta chiede l’aiuto della donna, volontaria già abituata ai piccoli roditori. In realtà la nutria, tanto piccola non è.

Importata dal Sudamerica sin dagli anni Venti per la produzione di pellicce, è un roditore che può arrivare fino a 10 chili. Vive lungo le sponde e gli argini dei corsi d’acqua e ha praticamente invaso quasi tutta la pianura Padana. Provoca danni alla vegetazione e l'estinzione locale della fauna che vive in questi ambienti, cibandosi anche delle uova dei volatili. Inoltre, scavando negli argini può fare danni all'agricoltura anche nei campi di riso e mais.

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Tornando ad Mariah ed Angelica, quest’ultima racconta di averle salvato la vita. All’epoca infatti la diagnosi veterinaria alla quale era stata sottoposta la nutria, parlava di danni irreversibili alla colonna vertebrale, oltre gli incisivi spezzati che le impedivano di nutrirsi. La donna quindi inizia a prendersi cura dell’animale, quasi come se fosse un neonato. Le dà da mangiare usando il biberon, e Mariah sembra gradire le sue attenzioni (“Appoggiava la sua manina alla mia mentre beveva…”). Da allora le due diventano inseparabili. Ma la legge italiana come regolamenta queste ‘adozioni’? “Fino al 2014 le nutrie erano animali protetti. Dal 2014 sono state declassate al livello di tassi e ratti, ma almeno è consentito tenerle” spiega Angelica, riconoscendo dunque di aver vissuto nell’illegalità per diversi anni. “Se la Provincia fosse venuta a fare un controllo avrebbe potuto sequestrare Mariah ed ucciderla. Tremo al solo pensiero” ammette la donna.

L’intervistatrice chiede infine ad Angelica se ha figli. “I bimbi non mi sono mai piaciuti – afferma la donna – mi disturbano, mi stressa molto più un bimbo che piange di un cane che abbaia per ore. Non voglio sminuire l’importanza dei figli ma riesco a instaurare un rapporto migliore con gli animali. Se io potessi fare un figlio sapendo già che uscirà nutria o topo sarei felice”. Dai, stai scherzando? Chiede la cronista di Libero.  “Ascoltami. Io accudisco le mie nutrie come figli e sacrifico tutto per loro. Detto questo preferirei adottare un bimbo e salvarlo da una vita di sofferenze che farne uno mio per puro egoismo”.

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