La Chiesa si divide: pecca più Silvio o Nichi?
È più nel peccato un uomo, immagine di un Paese, con particolari e non del tutto ortodosse abitudini sessuali o un altro, anch’egli personaggio pubblico, semplicemente e dichiaratamente gay?
Se da un lato il Presidente della Cei Angelo Bagnasco si scaglia contro il decoro delle istituzioni pur non nominando mai apertamente alcun politico italiano, tocca oggi alla Chiesa riaprire la questione nella figura, non poteva essere diversamente, del vescovo emerito di Grosseto Giacomo Babini. Monsignor Babini ha preso la palla al balzo commentando le dichiarazioni del Papa che dalla Germania ha richiamato la politica al rispetto delle regole etiche. E proprio a proposito delle regole etiche Babini ha aperto un discorso sulle abitudini sessuali dei politici italiani azzardando addirittura un confronto su quale fosse il peccato peggiore agli occhi della Chiesa. Le sue dichiarazioni, rilasciate ai microfoni del cattolicissimo sito Pontifex.Roma, hanno fatto riflettere sicuramente anche chi è solito seguire i precetti e le indicazioni della Chiesa.
Babini ha esordito ricalcando uno schema non nuovo in questi ultimi tempi: ha provato a giocare anche lui la carta del premier perseguitato dai media e accusato dalla magistratura per qualsiasi gesto.
“Io credo che oggi sia in atto una vera caccia al Berlusconi se penso che buona parte dei giornali è dedicata a lui e che ben quattro procure gli dedicano esagerate attenzioni. Penso che sarebbe utile lasciare governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti. Molti osservatori sembrano più intenzionati a fare cadere il Governo che alla fedele aderenza alla realtà”.
Detto questo, alla domanda specifica del giornalista che chiede a lui, uomo di Chiesa e di profonda fede, un commento sulle stranote abitudini sessuali del premier, decide di rispondere in questi termini:
“Certo, non mi sembra un modello, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la testa. Tuttavia, sarebbe bene accertare realmente che Berlusconi abbia fatto cose malvagie e i Baccanali. Non è pensabile condannare una persona solo per sentito dire. Se cade Berlusconi siamo nei guai. Non è il massimo, ma non vedo politici degni dietro di lui”.
Pontifex intanto, in un tentativo di rispondere alle critiche ricevute dopo le pesanti esternazioni del Vescovo, ha nuovamente confrontato i “due peccati” difendendo il Monsignore e le cose “ovvie” dette e richiamandosi alla Scrittura per avvalorare ancor più la tesi:
“Il Vescovo ha detto una cosa ovvia, ossia che gli atti omosessuali sono un peccato gravissimo, uno dei quattro che gridano vendetta davanti a Dio. Certamente anche il sesso sfrenato etero o accompagnarsi a prostitute merita censura, tuttavia siamo nel campo di peccati che non insultano la natura. Ecco dunque, che Babini teologicamente ha ragione. Nello stesso Vangelo della scorsa domenica stava scritto: “prostitute e pubblicani vi precederanno nel Regno dei Cieli” e non vengono citati i gay. La Scrittura sulla omosessualità trasformata in atti, è chiara, basti leggere San Paolo che censura, nella lettera ai Romani, questa debolezza ritenendola, se manca un pentimento sincero, causa ostativa all’ingresso nel Paradiso”.
Se questo è il punto di vista di Babini e di Pontifex non sono però dello stesso avviso altri esponenti del mondo ecclesiastico. Ci ha infatti pensato già in passato l’attuale Vescovo di Grosseto Franco Agostinelli a sminuire le parole del suo predecessore definito anche come una “persona anziana e con qualche problema di salute”.