Bankitalia, una chat smentisce Renzi. Gentiloni non conferma: “Rapporti ottimi con il Pd”
Non accenna a ridimensionarsi la polemica relativa alla mozione di sfiducia presentata dal Partito Democratico nei confronti del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Con il passare dei giorni, anzi, sembra che la questioni si stia ingigantendo sempre più, arrivando ad assumere contorni politicamente inquietentanti. La presentazione della mozione di sfiducia, piombata all'improvviso in Aula senza passare da una discussione tra gli esponenti dem, ha creato una forte spaccatura all'interno del Partito Democratico e molti esponenti del Pd hanno giudicato istituzionalmente e politicamente poco consona la mossa orchestrata dal segretario nazionale Matteo Renzi.
Nella mattinata di ieri, Renzi ha sostenuto che il presidente del Consiglio Gentiloni fosse assolutamente a conoscenza del contenuto della mozione di sfiducia per Visco e che anzi fosse anche assolutamente d'accordo rispetto al contenuto del testo, ma a quanto pare invece, stando alle indiscrezioni pubblicate stamane da Repubblica, i fatti non starebbero esattamente come descritti da Renzi. In realtà, infatti, l'esecutivo avrebbe giudicato la versione originale della mozione scritta dai renziani letteralmente "inaccettabile" e solo in seconda battuta si sarebbe proceduto a modificare il testo, rendendolo più morbido. E proprio il lungo scambio di messaggi avvenuto attraverso Whatsapp tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, e alcuni deputati dem spiega e racconta che cosa sarebbe effettivamente accaduto nei minuti che hanno preceduto la votazione in Aula:
Martedì 17, ore 17:08. Scrive Marco Meloni: "Io così questa mozione non la voto". Non è il solo. "Ma che cos'è sta c…?", domanda un altro. Sono tutti in Aula, come Finocchiaro. Anche lei scrive, sono le 17.09. Deve tranquillizzare il gruppo, ma anche difendere le ragioni del governo, schiacciato sotto il pressing renziano: "Il testo è stato modificato – assicura – È stata una vera impresa".
Durante la riunione dell'ufficio di presidenza dem svoltasi poche ore prima, Ettore Rosato aveva annunciato l'intenzione di presentare una mozione su Bankitalia, mozione che fino a quel momento non era prevista e che sarebbe andata ad aggiungersi a quelle avanzate dalle opposizioni. Gentiloni, che fino a quel momento non era a conoscenza degli accadimenti, chiede quindi al ministro Finocchiaro di mediare con l'ala renziana del Partito Democratico, che materialmente aveva deciso di presentare la mozione senza preoccuparsi di discutere il testo con gli altri esponenti del partito.
"Rosato è accecato dal renzismo – scrive la prodiana Sandra Zampa – E l'errore di oggi è lo stesso dei vitalizi. Corriamo dietro ai forcaioli a 5 stelle. Perché abbiamo paura. Per questo perderemo". E Finocchiaro, alle 17:10, mette agli atti: "È stata accettata anche un'ulteriore riformulazione proposta dal governo e che non era stata accettata da Rosato. Fidatevi".
Alle 17:10. Meloni insiste: "Il testo che leggo contiene sempre la richiesta di una ‘nuova fiducia'". Alle 17:11 la ministra risponde a Meloni: "‘Nuova' non sono riuscita, ma senza discontinuità non significa… ".
Il ministro Finocchiaro spiega ai deputati sul piede di guerra che la mediazione ha fallito su un punto: pur essendo riuscita a eliminare il passaggio sulla richiesta di discontinuità contenuta nella mozione della discordia, nulla ha potuto fare riguardo la richiesta di "nuova fiducia".
Scrive il deputato Carlo Dell'Aringa. "Apprezzo lo sforzo, ma non è stato sufficiente per evitare un errore". Finocchiaro alle 17:17 replica a un altro appunto chiarendo un dato centrale: "Proponi un'alternativa. Io avevo una mozione inaccettabile e l'ho resa accettabile per conto del governo col conforto di Gentiloni e Padoan".
"Anna – rileva Antonio Misiani – non è in discussione il tuo lavoro, davvero prezioso, di riduzione del danno. Il problema è che il gruppo ha portato in votazione una mozione su un tema delicatissimo senza uno straccio di discussione ". Ma è alle 17:18, a un minuto dal voto, che arriva un messaggino decisivo. Mette in luce la virulenza dello scontro tra Gentiloni e Renzi. A chi minaccia di non sostenere il testo, Finocchiaro replica: "Il governo non può limitarsi a non votare ed era preferibile non farsi sconfiggere in aula dal gruppo Pd con la sua mozione".
In aula la mozione passa. Sono le 17.19. "Ok Anna, grazie – scrive Meloni – sulla base di queste tue informazioni non ho votato contro. Ma temo che l'impatto politico esterno sia ugualmente pesante". Pensa com'era prima il testo…, risponde Finocchiaro.
Gentiloni non conferma nè smentisce
"Sulle soluzioni per Bankitalia non parlo neanche sotto tortura né un tanto al chilo, é un compito rilevante che spetta in parte al Governo, c'è una procedura che investe diverse istituzioni, il Governo prenderà le sue decisioni nel rispetto dell'autonomia della banca. Non facciamo indiscrezioni o cose di questo genere", ha commentato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
"Il rapporto tra Governo e partito di maggioranza relativa sono fondamentali e ottimi in generale, poi decidiamo avendo in mente quell'obiettivo lì, non è una decisione di buona creanza, l'autonomia è rilevante perché è importante in sé per i mercati, deve stare a cuore alle autorità di governo, in modo particolare perché abbiamo alle spalle le difficoltà del nostro sistema bancario", ha concluso Gentiloni.
Renzi concorda con Gentiloni
Tornando nuovamente sulla questione Bankitalia, Matteo Renzi ha fatto sapere di concordare con la posizione del presidente Gentiloni: "Mi sembra evidente, la questione mi sembra ormai chiarita e che tutti si possano fare una opinione. Retwitto quello che ha detto il presidente del Consiglio Gentiloni sui rapporti tra il Pd e governo: sono ottimi. Lo sottoscrivo e lo condivido totalmente".
"In questi giorni si è affrontata la questione Bankitalia solo dal punto di vista del metodo mentre del merito non parla nessuno. Nel merito nessuno di noi mette in discussione l'autonomia e indipendenza della Banca e lasciamo la decisione sul governatore al governo. Ma continuiamo a dire che siamo dalla parte dei risparmiatori".