La Cancellieri sull’agguato di Genova: “Temiamo escalation, serve rigore”
Nei palazzi del Governo si ritorna a parlare di terrorismo in seguito alla rivendicazione della FAI giunta ieri al Corriere della Sera e relativa all’agguato di Genova ai danni di Roberto Adinolfi. Nei giorni scorsi era stato un commosso Giorgio Napolitano a farsi forza convinto che lo Stato non si lascerà intimidire da certi gesti mentre oggi, chi ritorna sulla vicenda è il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che, dal Salone del libro di Torino dove è in programma un incontro in memoria di Falcone e Borsellino, ha parlato del volantino degli anarchici giudicato ormai “attendibile” dagli inquirenti.
La matrice è individuata, ora bisogna lavorare – Se la Cancellieri conferma dunque le dichiarazioni degli inquirenti dicendo che ora che la matrice è stata individuata “bisogna lavorare”, la stessa si è mostrata preoccupata per il “rischio di escalation” e per una situazione che richiede molto rigore e molta attenzione. Dichiarazioni che arrivano in seguito a quelle del procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, che aveva fatto sapere di non poter escludere la possibilità di nuove azioni criminali e che hanno particolarmente preoccupato anche il Ministro della Giustizia, Paola Severino. La Severino ha infatti commentato le stesse dichiarazioni della Cancellieri facendo riferimento alla serietà della sua collega e dunque “a quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazione”. La stessa però ha invitato anche alla cautela riguardo la matrice anarchica dicendo che dal suo punto di vista la rivendicazione non è sufficiente per identificare gli autori dell’attentato.
Riserbo sulle strategie antiterrorismo – La Cancellieri non ha detto molto su eventuali strategie antiterrorismo dicendo, al contrario, che queste “sono cose che devono essere coperte dal riserbo più totale”. Poi l’appello ai cittadini che devono saper reagire e prendere le distanze dagli autori degli atti criminali: “La situazione è delicata anche perché legata a fenomeni di recessione e di difficoltà economica ma noi pensiamo il Paese tenga”. Se c’è un consenso intorno a questi atti il Governo ritiene sia assolutamente circoscritto.