“Gli intoccabili”: così nel palazzo campano venivano chiamati, fino a stamattina, i quattro pilastri sui quali si regge la maggioranza che sostiene il Governatore, Stefano Caldoro. Chi sono? Anzi: chi erano? Lo stesso Caldoro, Fulvio Martusciello, Luigi Cesaro e Paolo Romano. E visto che Romano questa mattina è stato “toccato”, è facile immaginare il livello di tensione, ansia e sconcerto che da questa mattina, appena si è diffusa la notizia del suo arresto, caratterizza stanze e corridoi, tra Santa Lucia e il Centro Direzionale, dove il tintinnio di manette risuona terribile. Ancora una volta.
Da Nick ‘o Mericano a “Stefano”: il primo voltafaccia di Romano – Nato a Quarto, residente a Capua, big delle preferenze nel casertano (18mila voti alle regionali del 2010, tre elezioni consecutive in Consiglio Regionale) Paolo Romano è stato da sempre e fino a un paio di anni fa legatissimo a Nicola Cosentino. Fu Nick ‘o Mericano, nel 2010, a volerne l’elezione a presidente del Consiglio Regionale della Campania. Quello stesso Nick che Romano, due anni dopo, “tradirà” politicamente nella maniera più clamorosa, diventando uno dei più fedeli e importanti alleati di Caldoro. Un sodalizio, quello tra “Stefano” e “Paolo”, a prova di bomba. Che segna l’inizio del declino politico di Cosentino. E che sposta il baricentro del peso politico del casertano da Nick al Governatore.
Con Cosentino in cella, Romano diventa il “re” del casertano – Paolo Romano fa pesare eccome il suo “cambio di casacca”: pur restando all’interno del Pdl, diventa la sponda ideale di Caldoro in Consiglio Regionale, il pezzo da 90 in grado di esercitare il suo potere di presidente dell’assemblea per agevolare l’azione del Governatore, che tra i consiglieri regionali berlusconiani, legati per la maggior parte a Cosentini, non gode di particolari simpatie. Il potere di Romano cresce in maniera esponenziale, nel casertano la sua rete elettorale si amplia a dismisura con l’arresto dell’ex grande sponsor politico. Anche i rapporti con il centrosinistra sono buoni: la fase del "volemose bene" tra il Pd e Caldoro che caratterizza lunghissimi tratti della legislatura lo vede tra i principali protagonisti.
Verdini pensò a lui per il post-Palma, poi l’approdo a Ncd – Quel fitto reticolato di amministratori locali e portatori di pacchetti di voti che prima aveva Cosentino come punto di riferimento ora può trasferirsi armi e bagagli sotto l’ombrello protettivo del presidente del Consiglio. A Roma qualcuno (Denis Verdini) pensa addirittura a lui come coordinatore regionale di Forza Italia: potrebbe prendere il posto di quel Nitto Palma con il quale i rapporti sono stati sempre pessimi. Ma l’idea resta tale, e Paolo decide che è ora di tentare il grande salto: passa con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano e si candida al Parlamento Europeo.
Il sogno di Bruxelles, il risveglio in manette – Una scelta sofferta: Romano aspetta l’ultimo istante utile per ufficializzare la candidatura. La concorrenza con il governatore calabrese Giuseppe Scopelliti lo spaventa, ma il presidente del consiglio regionale si convince di avere buone chance di elezione e si getta nella mischia. Può contare, del resto, sul sostegno degli alfaniani campani: Nunzia De Girolamo e Gioacchino Alfano si spendono senza sosta per consolidare il suo consenso.
Nel casertano, i maligni notano una sorta di “desistenza” con Forza Italia, che non candida nessun esponente locale. Romano sembra avere il vento in poppa: il sogno di un seggio a Bruxelles è interrotto dal brusco risveglio di questa mattina. E adesso?
Caldoro vacilla. Salvatore, Santangelo, Romano: chi sarà il prossimo? – E adesso le ripercussioni sul Presidente della Regione saranno inevitabilmente pesanti. Dopo l’arresto di Gennaro Salvatore (consigliere regionale del Nuovo Psi e braccio destro politico di Caldoro) e il coinvolgimento di Sandro Santangelo (capo della segreteria del Governatore) in un’inchiesta della magistratura, l’arresto di Paolo Romano è un altro durissimo colpo per il Governatore. La sensazione diffusa, ripetuta come un mantra dagli addetti ai lavori che da stamattina stanno incrociando al telefono valutazioni e previsioni, è che la storia non sia finita qui. La domanda, terribile, è sempre la stessa: “Chi sarà il prossimo?”.