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La bufala del canone Rai illegittimo e le vere richieste di chiarimenti dell’Ue

Il Presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico del M5S dopo la bufala della sentenza della Corte Europea rivela di esser stato convocato al Parlamento Europeo per chiarimenti sul caso italiano.
A cura di Antonio Palma
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In molti ci avevano creduto visto il tema delicato e da tempo discusso, ma il caso dell'illegittimità del canone Rai sancito da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è chiaramente un falso. Una bufala lanciata online da un giornale satirico e ripresa da alcuni organi di stampa come buona e rilanciata più volte ma senza nessun fondamento. Il canone Rai dunque si continuerà a pagare, lo ribadisce oggi il Presidente della Vigilanza Rai e deputato del Movimento Cinque Stelle Roberto Fico. Con un post sul blog di Beppe Grillo, il parlamentare a Cinque Stelle infatti spiega che "Non esiste alcuna sentenza del 30 dicembre 2013 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che va a trattare l’argomento legittimità del canone in Italia", ma al contempo ricorda che l'Unione Europea ha chiesto chiarimenti sul caso del canone italiano. "Ho ricevuto dalla commissione delle petizioni del Parlamento Europeo l’invito come Presidente della Vigilanza Rai per un’audizione pubblica a Bruxelles il 19 marzo" rivela infatti Fico, ricordando che la stessa commissione sull’onda della discussione sull’iniziativa dell’eurodeputata della Lega Nord Mara Bizzotto, che ha raccolto 14 mila firme per chiedere l’abolizione del canone Rai, ha deciso di approfondire la questione.

"Gli europarlamentari vogliono chiarimenti sulla possibilità riconosciuta agli utenti Rai di recedere dal servizio pubblico attraverso la sigillazione dell’apparecchio e intendono approfondire il trattamento dei cittadini con disabilità visive e uditive dato il numero ridotto di programmi sottotitolati a loro dedicati" ha spiegato sempre il deputato del M5S, rivelando inoltre che gli stessi parlamentari "Dovrebbero, poi, affrontare la questione della trasparenza del bilancio dell’azienda, nonché discutere della sentenza del Consiglio di Stato del 30 agosto 2013 che si era espressa sullo squilibrio provocato dalla Rai nel mercato televisivo quando impedì agli utenti Sky di accedere ai programmi della tv pubblica".

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