La banca gli rifiuta un prestito, negoziante si impicca
Si trovava in difficoltà economiche: la sua attività non gli fruttava quanto gli serviva per poter andare avanti e per questo aveva deciso di rivolgersi in banca per chiedere un prestito. L'istituto di credito, però, ha rifiutato la richiesta dell'uomo, il quale disperato ha pensato di togliersi la vita, ormai sopraffatto dai problemi. Il sessantenne, residente a Marina di Ginosa, un comune del versante occidentale dell'area jonica, gestiva un negozio di abbigliamento. I problemi di carattere finanziari dell'uomo pare derivassero anche da un lungo contenzioso con la banca. Il corpo ormai senza vita dell'esercente è stato ritrovato nelle campagne di Ginosa Marina. La famiglia ha ritrovato il cadavere del congiunto e ha lanciato l'allarme alle forze dell'ordine.
I Carabinieri hanno avviato le dovute indagini per far luce sulla morte del commerciante: secondo i primi accertamenti condotti dai militari, le cause del suicidio dell'uomo deriverebbero sostanzialmente dalla delicata situazione economica che in questo periodo stava attraversando. In un quaderno, il 60enne avrebbe descritto le motivazioni per le quali si ritrovava in queste condizioni precarie e la decisione del drammatico gesto. Il memoriale del commerciante è ora al vaglio degli inquirenti. Prima di uccidersi, l'uomo aveva chiesto un prestito in banca: la somma ammontava a 1.300 euro, che gli sarebbero serviti per coprire un assegno consegnato a un fornitore. La famiglia ha nominato un avvocato difensore, Giuseppe Lecce, per far luce sull'intera vicenda, affinché venga aperta un'inchiesta per istigazione al suicidio.