Ue: “Chiudere rotte migratorie dalla Libia”. Gentiloni-Serraj firmano memorandum
L'Unione europea si appresta a chiudere le rotte origine di migrazioni irregolari dalla Libia. A dichiararlo è stato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk che, al termine di un incontro con il premier libico Fayez al-Sarraj, ha dichiarato: "La Ue ha dimostrato di essere pronta a chiudere le rotte di migrazioni irregolari come ha fatto nel Mediterraneo orientale, ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia. Ho parlato a lungo con il premier Gentiloni ieri e posso assicurare che possiamo riuscirci. Quello che serve è la piena determinazione a farlo. Lo dobbiamo prima di tutto a chi soffre e rischia la vita, ma lo dobbiamo anche agli italiani e a tutti gli europei". Tusk ha poi proseguito sostenendo che i leader degli Stati membri dell'Unione europea "discuteranno a Malta di come l'Ue possa cooperare meglio con la Libia. Abbiamo condiviso l'interesse e la determinazione a ridurre il numero dei migranti irregolari che rischiano la propria vita attraversando il Mediterraneo centrale. Questo non è sostenibile per l'Europa né per la Libia, mentre i trafficanti lasciano annegare la gente e minano l'autorità dello Stato libico per il proprio profitto".
Questa mattina – poco prima dell'incontro formale con i rappresentanti di Bruxelles, Federica Mogherini, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, il premier libico ha lanciato una sorta di appello alla comunità internazionale: "L’ammontare di soldi che l’Europa ha destinato alla Libia è una piccola cifra", chiedendo un aiuto più concreto, necessario per fermare i flussi di migranti che attraversano il Mediterraneo. Un appello non casuale, visto che per domani, venerdì 3 febbraio, è previsto un incontro informale a Malta dedicato proprio alla chiusura delle rotte tra Libia e Italia.
"La cooperazione tra Ue e Libia è importante per salvare le vite dei migranti e rimpatriarli nei Paesi di origine, dove devono trovare migliori condizioni di vita e di lavoro", ha proseguito al-Sarraj. Il piano allo studio sostanzialmente prevede che l’Europa fornisca sia addestramento alla Guardia Costiera libica, in modo tale da incrementare la capacità degli addetti impiegati al pattugliamento delle acque e fornire strumenti per l'intercettazione delle imbarcazioni irregolari, che dovranno poi essere rimandate indietro al punto di partenza.
La Commissione per ora ha stanziato 200 milioni di euro per il progetto, che i vertici sperano possa entrare in servizio "il prima possibile", ovvero prima della primavera, solitamente stagione di grandi esodi. I finanziamenti, però, verranno utilizzati anche per "lo sviluppo socio-economico delle comunità locali", per migliorare le condizioni di vita in Libia, ma è proprio questo punto che il premier libico contesta, sostenendo che per un piano realmente funzionale servirebbero molti più soldi.
Intesa tra Gentiloni e il premier libico
Intanto in serata a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il premier libico Serraj hanno firmato il memorandum di intesa sulla cooperazione per il contrasto dell'immigrazione illegale, al traffico degli esseri umani, al contrabbando e al rafforzamento delle frontiere tra la Libia e l'Italia. "Oggi è una giornata importante nei rapporti tra l'Italia e la Libia. Innanzitutto perché si conferma un'amicizia, una collaborazione che già si è manifestata in questi mesi attraverso l'impegno del governo italiano in diversi fronti", ha detto Gentiloni, che ha sottolineato che "deve essere chiaro che il memorandum che abbiamo firmato riguarda il nostro impegno per rafforzare le istituzioni libiche nel contrasto all'immigrazione clandestina. Parliamo ad esempio di polizia di frontiera, questo è solo un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare". La firma del documento secondo il presidente del Consiglio è "un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare. Ne parleremo domani a Malta. Sappiamo che se vogliamo dare forza e gambe" a questo progetto, "serve un impegno economico dell'Unione europea: l'Italia lo ha già fatto".