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L’Iraq è in mano ai ribelli dell’Isis, Obama: “ipotesi azione militare”

La città di Mosul e Tikrit assediate dagli islamici dell’Isis che avanzano verso Baghdad. Si fa largo l’ipotesi dell’uso dei droni contro i jihadisti, mentre anche la Turchia è sul piede di guerra per il rapimento di 80 persone nell’ambasciata turca.
A cura di Biagio Chiariello
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Quella in corso in Iraq “è chiaramente una situazione d’emergenza” motivo per cui “non escludo nulla”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando della situazione in Iraq. I jihadisti dell’Isis infatti si stanno avvicinando a Baghdad, città dopo città. I ribelli hanno accerchiato Samarra, città principale della provincia di Salahudin, 70 km dalla Capitale, e hanno rivolto un appello ai loro sostenitori a marciare verso Baghdad. Dopo avere preso il controllo di Mosul – la seconda maggiore città irachena – l’Isis ha preso il controllo di Baiji e Tikrit. "Ci sono alcune cose che vanno fatte subito", ha sottolineato Obama, spiegando che contro i ribelli è aperta ogni soluzione: “Siamo pronti a un'azione militare se i nostri interessi di sicurezza nazionale sono minacciati". Gli Usa, ha detto il presidente, “hanno interesse che i jihadisti non guadagnino terreno in Iraq”.

L'Iraq chiede aiuto ufficiosamente agli USA

Ad ogni modo è l’Iraq stesso ad aver chiesto ufficiosamente l’aiuto degli Stati Uniti. Baghdad si dice favorevole all'idea di raid aerei americani per contrastare l'offensiva jihadista. Lo rende noto un responsabile occidentale, confermando indiscrezioni del Wall Street Journal. Sul tema è intervento anche Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, "condanna fermamente" il sequestro dei 50 cittadini turchi al consolato turco a Mosul. Motivo che ha spinto il governo di Ankara a riunirsi d'emergenza e il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, ha annunciato "rappresaglie durissime" se i cittadini turchi "saranno minacciati”.

L'avanzata dei ribelli jihadisti dell'Isis verso Baghdad

L’avanzata dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) era iniziata ieri, quando i ribelli avevano preso il controllo di Tikrit, città natale di Saddam Hussein, 150 chilometri a nord della Capitale, e liberato centinaia di prigionieri (martedì avevano già liberato 2000 mussulmani a Mosul), poi della zona petrolifera a Baiji, dove c’è la più grande raffineria dell’Iraq. Nel frattempo si parla già di mezzo milione di profughi civili e i miliziani qaedisti minacciano l’integrità territoriale irachena.  L'Iran, da parte sua, ha promesso che aiuterà l'Iraq a combattere il "terrorismo" e l'offensiva "selvaggia" dei miliziani qaedisti.

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