“L’inizio della fine quando Bossi si è ammalato”
Se qualcuno pensava che lo scandalo di casa Bossi, fossi destinato a placarsi con le dimissioni del leader maximo leghista, gli ultimi dettagli emersi dall'inchiesta dei magistrati di «inviati da Roma ladrona e farabutta (cit. The Senatùr)» fanno capire come la bufera che ha travolto la Lega è tutt'altro che finita. Dopo le intercettazioni dell'ex tesoriere Belsito che faceva l'elenco della spesa comperata coi soldi dei rimborsi elettorali per il Trota e gli altri familiari di Bossi, oggi arrivano pure le nuove dichiarazioni della segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada. La donna è stata sentita dai pm come persona informata sui fatti e ciò che ha detto non fa che confermare quanto già venuto alla luce nei giorni scorsi: «Nelle casse della Lega Nord sono entrati anche soldi in nero».
«La situazione è precipitata dopo la malattia di Umberto Bossi» ha poi raccontato la Dagrada ai magistrati. E' stato quello «l'inizio della fine», secondo la segretaria. Il primo «errore» risale al 2003 ed è rappresentato da un contratto di consulenza a Bruxelles per Riccardo Bossi. Da lì in poi si è trattato di un percorso a senso unico, il cui epilogo inesorabile è stato l'inchiesta delle procure di Milano, Roma e Reggio Calabria.
«Si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari dell'onorevole Bossi; in particolare con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi per migliaia di euro e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell'onorevole Bossi sia dei suoi figli; a tal riguardo mi risulta che il Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti»
Tra queste spese, emerge anche «una laurea ad un'università privata di Londra» frequentata «ogni tanto» da Renzo Bossi «e chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega». Costo: 130mila euro. Ma dalle casse del partito sono usciti pure i soldi per pagare la degenza del Senatùr, colpito dall'ictus, prima in un clinica privata in Svizzera e poi in un centro medico a Varese per svariate migliaia di euro. E queste sono solo le ultime somme emerse dall'inchiesta. Non vanno poi dimenticati i soldi pubblici utilizzati per la villa di Gemonio, per la campagna elettorale del Trota, le cene ei viaggi di Rosy Mauro, solo per dirne alcune. Ma la Degrada rammenta anche una telefonata tra Francesco Belsito e Bossi, in cui il tesoriere elencava al capo leghista tutte le spese fatta in suo favore coi finanziamenti pubblici: «Belsito mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori».