L’inflazione a novembre scende dello 0,1% ma aumentano i prezzi dei beni alimentari
Per la prima volta dopo molto tempo l’Inflazione in Italia fa segnare un calo sul dato congiunturale seppur minimo. Secondo le stime provvisorie diffuse oggi dall’Istat, nel mese di novembre l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% attestandosi rispetto all’anno precedente al 3,3%. Un dato sicuramente controcorrente rispetto alle altre statistiche economiche e sociali che rappresentano l’Italia in questo periodo. Negli ultimi giorni, infatti, sono arrivate notizie tutt’altro che confortanti per il Bel Paese, i salari crescono meno dell’inflazione e le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee. Lo stesso istituto di statistica oggi ha anche diffuso i dati sull’occupazione che vedono il tasso di disoccupazione crescere ai livelli di maggio 2010.
In realtà, tutti queste informazioni sembrano andare proprio nella direzione prevista dai dati dell’Ocse per il prossimo futuro. Secondo le previsioni dell’istituto di economia internazionale, a fronte di una disoccupazione crescente dovuta al rallentamento della produzione e alla scarsa crescita economica, si prevede un sostanziale rallentamento del dato inflazionistico.
In particolare il rallentamento dell’inflazione per questo mese è dovuto esclusivamente ai prezzi dei servizi, diminuiti dello 0,2% rispetto all’aumento dei costi per i beni, aumentati dello 0,1%. In particolar modo a scendere sono stati i prezzi dei servizi culturali, ricreativi e della persona, cioè ad esempio quelli degli alberghi e dei ristoranti e i prezzi dei trasporti, che hanno fatto segnare un -1%, sempre su base mensile, confermando l’andamento del dato del mese scorso. A pesare maggiormente sulle nostre tasche sempre i carburanti e i beni energetici in generale, come la benzina, che sono aumentati dell’1%, ma anche i beni alimentari non lavorati che sono aumentati dell’1,5%.
A guardare bene, dunque, nonostante il calo a livello globale, i maggiori rincari a novembre sono proprio per quei beni indispensabili che influiscono maggiormente sui costi delle famiglie, come i prodotti alimentari e le bevande e le spese per l’abitazione, luce acqua e gas. Anche su base tendenziale, infatti, tra i maggiori rincari risultano proprio quelli per l’abitazione e per i combustibili.