L’India sommersa dall’acqua: le foto catastrofiche dopo le alluvioni
In India l'acqua è simbolo di vita e strumento di purificazione rituale. L'abluzione ha una funzione fondamentale. Qui e in tutto il Sud est asiatico l'aspersione delle statue sacre e dei fedeli è rito di rinascita. La stessa acqua ha però causato, nella stagione dei monsoni (che dura da giugno a settembre), catastrofiche alluvioni per lo straripamento del bacino di Hirakund. Le piogge torrenziali, durate incessantemente per 10 giorni, hanno inondato molti dei distretti sulla costa dello Stato distruggendo la casa di circa 100mila abitanti e provocando ingenti danni ai raccolti.
Gli alluvionati, che hanno trovato rifugio sugli argini dei fiumi e lungo le strade, necessitano di grandi aiuti. L'emergenza è stata comunicata dal ministro per la Gestione delle emergenze S.N. Patra, che ha inoltre avvertito che sono stati quasi 180 i campi allestiti per le persone evacuate.
Il fatto che l'India dipenda, per la sua economia rurale, ogni anno dai monsoni fa considerare la pioggia come una vera benedizione. Nel 2009, infatti, una deludente stagione delle piogge monsoniche ha influito pesantemente sulla produzione agricola, obbligando le autorità a prevedere, per la prima volta da venti anni, la necessità di importazioni di riso nel 2010. Non sarà invece il caso di quest'anno, che ha però strappato la casa a molti residenti, lasciando in loro solo la speranza di ritrovare le proprie cose, così come in un bimbo che corre a recuperare la sua bicicletta in un mare di fango.