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L’Erasmus per il lavoro, il premier Letta pensa ai giovani

Due programmi, uno nazionale e uno europeo, per rilanciare l’occupazione giovanile anche perché “chi pensa che la tempesta è passata si sbaglia” ha spiegato il premier.
A cura di Biagio Chiariello
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Il premier Enrico Letta lo aveva detto già in occasione del suo discorso di insediamento al governo. La disoccupazione e, quindi, i giovani saranno la priorità dell'esecutivo delle larghe intese. Due le mosse previste, almeno secondo quanto detto dallo stesso presidente del consiglio intervenuto a In Mezz'Ora di Lucia Annunziata: la prima riguarda l'aumento di flessibilità in entrata. Poi ci sarà lo spostamento di 1 miliardo proveniente dai fondi strutturali europei per finanziare misure per l'occupazione a cui il governo cercherà di aggiungere "risorse fresche ottenute dal taglio delle spese".

Erasmus del Lavoro – Ma le carte che Letta ha intenzione di giocarsi anche e sopratutto in vista del vertice del Consiglio europeo di giovedì e venerdì non sono finite. In cantiere c'è anche l'Erasmus del lavoro, un "piano europeo che consenta ai giovani che escono dalla scuola di avere subito un rapporto con il mondo del lavoro" ha detto il premier. In altre parole, una sorta di ufficio di collocamento europeo. Oltre agli scambi accademici, dirotterà i giovani là dove c'è occupazione. Anche perché "non siamo mai usciti da una situazione di rischio – ammette Letta – e chi dice che la tempesta è finita, sbaglia. Io sono il timoniere in questo momento e ho la responsabilità di fare le cose nel tempo giusto e con prudenza. La situazione resta complicata".

 Your first Eures Job – Va detto che, in tale ottica, un programma simile – Your first Eures Job – esiste già e, come ha ricordato La Repubblica, è aperto a tutte le società che ne fanno richiesta. Mentre solo le realtà con più di 250 dipendenti possono beneficiare dei fondi Ue. Per i giovani lavoratori invece non c'è alcuna differenza, anche se il finanziamento viene erogato solo se si ritiene che il colloquio all'estero abbia una concreta possibilità di successo. I ragazzi ottengono il rimborso per il viaggio – dai 200 ai 300 euro, a seconda della distanza tra il proprio Paese e quello in cui si fa il colloquio – solo se esistono reali possibilità di inserimento. In caso di assunzione, poi, al trasferimento contribuiranno i Paesi con una quota che va da un massimo di 1200 euro per la Danimarca a un minimo di 600 euro per la Bulgaria.

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