L’autista del pm che indaga sui No Tav “si è inventato l’aggressione”: indagato
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Aveva denunciato di essere stato aggredito l'11 aprile scorso da un gruppo di sconosciuti che, tra le altre cose, gli avrebbe gridato “Servo dei servi dei servi”, parole che avevano fatto pensare subito a una motivazione politica, ai No Tav e agli anarchici. Ma Giuseppe Cangiano, l'autista del pm della Procura di Torino, Antonio Rinaudo, si è inventato tutto ed ora è indagato per simulazione di reato. Erano stati gli stessi pubblici ministeri della Procura di Torino, nel corso di un procedimento coordinato dal procuratore reggente Sandro Ausiello, a nutrire le prime perplessità sul racconto dell'uomo.
L'aggressione era stata attribuita, in un primissimo tempo, proprio alla vicinanza dell'uomo con il magistrato che si occupa degli attivisti contrari all'alta velocità. E non a caso, la notizia aveva alimentato una certa tensione in Val di Susa. Ma dopo le indagini svolte anche dalla Digos, suffragate dalla consulenza del medico legale Roberto Testi (dalla quale è emerso che le ecchimosi presenti sul corpo dell’autista non erano compatibili con la versione dei fatti raccontata dallo stesso Cangiano) è arrivata la svolta: non c'è stata nessuna aggressione. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto non è più l'autista di Rinaudo.