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L’Austria vuole ritirarsi dal sistema Ue dei ricollocamenti dei richiedenti asilo

L’annuncio è stato fatto dal ministro dell’Interno, Wolfgang Sobotka, al Consiglio Ue. “Avviamo il processo” di relocation, ha detto, precisando però di non essere “d’accordo col meccanismo della redistribuzione dei richiedenti asilo”.
A cura di C. T.
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L'Austria inizierà con i ricollocamenti dei richiedenti asilo da Italia e Grecia, ma è pronta ha interrompere il piano ordinato dalla Ue. L'annuncio è stato fatto dal ministro dell'Interno, Wolfgang Sobotka, al Consiglio Ue. "Avviamo il processo", ha detto, precisando però di non essere " d'accordo col meccanismo della redistribuzione dei richiedenti asilo, perché ritengo che costituisca un fattore di attrazione" per l'immigrazione illegale. La posizione accoglie sostanzialmente la proposta del ministro della Difesa austriaco, il socialdemocratico  Hans Peter Doskozil, secondo cui l'Austria ha "più che rispettato" gli obblighi europei, facendo intendere di aver esaurito il programma della Ue. A questo punto si attende una presa di posizione definitiva dell'esecutivo, giustificata con il fatto di aver accolto negli ultimi due anni in proporzione "molto più domande d’asilo dell’Italia, ovvero 4.587 contro 1.998 domande per un milione di abitanti".

La decisione del Consiglio dei ministri, comunque, non significherà l'immediata uscita dal sistema delle quote. Per essere valido, il ritiro dovrà avere il via libera anche dalla Commissione e dal Consiglio europeo. L'Austria aveva ottenuto l'esenzione dal programma di ricollocamento nel settembre del 2016, un accordo sul cosiddetto ‘provvedimento d'emergenza' che prevedeva, tra l'altro, un sostanziale stop alle richieste di asilo, respingimenti in "paesi sicuri" e fino a 2.200 soldati per controllare i propri confini.

"Basta con le scuse sui ricollocamenti", è stato il commento del commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos, secondo cui "è il momento che tutti gli Stati membri facciano ciò che devono entro fine settembre". Secondo il commissario, "due giorni dopo la dichiarazione dei leader europei a Roma è molto chiaro che se vogliamo gestire le migrazioni in modo efficace dobbiamo lavorare tutti assieme".

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