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L’assegno di ricollocazione per chi perde il lavoro: come funziona e chi ne ha diritto

L’assegno di ricollocazione è una misura di politica attiva per aiutare chi ha perso il lavoro e partirà il 3 aprile. Serve a riqualificare e formare chi perde il lavoro tramite un servizio personalizzato che viene erogato dai centri per l’impiego o da un soggetto accreditato con assegni che arrivano fino a 5mila euro.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’assegno di ricollocazione, una misura di politica attiva per aiutare chi ha perso il lavoro, partirà il 3 aprile e coinvolgerà 60/70mila persone l’anno quando sarà a regime. L’assegno ha l’obiettivo di riqualificare e formare chi perde il lavoro ed è una misura destinata alle persone disoccupate che percepiscono la Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) da almeno quattro mesi. Consiste in un servizio personalizzato che viene erogato da un centro per l’impiego o da un soggetto accreditato scelto dal disoccupato con l’obiettivo di un rapido reinserimento nel mondo del lavoro. La prima sperimentazione sull’assegno di ricollocazione ha coinvolto un campione di 27mila disoccupati.

Il presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), Maurizio Del Conte, è pronto a firmare la delibera con le nuove regole: “Partiamo con 200 milioni di euro. Considerando un valore medio dell’assegno intorno ai 3mila euro contiamo di reinserire almeno 60/70mila disoccupati. Con le regioni abbiamo condiviso un cronoprogramma preciso: entro marzo dovrà essere pronta la nuova infrastruttura tecnologica e formati tutti gli operatori. Il 3 aprile il sistema dovrà partire”.

Chi ha diritto all’assegno e come fare per usufruirne

Durante la fase di sperimentazione può accedere all’assegno solo chi rientra in un campione preselezionato. Per verificare chi fa parte di questa fetta ristretta di utenti basta inserire il proprio codice fiscale sul sito Anpal. L’assegno può essere richiesto non solo da chi ha diritto alla Naspi da almeno quattro mesi ma anche dai beneficiari del Reddito di inclusione e dai lavoratori in accordi di ricollocazione. L’importo dell’assegno non viene erogato alla persona disoccupata ma al soggetto che si prende in carico il lavoratore; viene corrisposto solamente a risultato occupazionale acquisito. Una novità appena introdotta riguarda la procedura prevista dall’ultima manovra grazie alla quale il servizio può essere anticipato per i lavoratori già in Cigs.

Una volta che il disoccupato presenta domanda, riceve comunicazione e sceglie la sede operativa del soggetto erogatore del servizio di assistenza. Questo soggetto può essere un centro per l’impiego o un ente accreditato ai servizi per il lavoro, sulla base dell’albo di soggetti accreditati. La richiesta dell’assegno è volontaria e si può presentare anche in via telematica. Il centro per l’impiego, entro 15 giorni, deve decidere se rilasciare o meno l’assegno dopo le verifiche. Se viene accettato si deve quindi elaborare il Patto di servizio personalizzato e il programma di ricerca intensivo. A quel punto il disoccupato deve partecipare agli incontri concordati e deve accettare le offerte congrue di lavoro ricevute. Se rifiuta può andare incontro a sanzioni che partono da una prima riduzione dell’assegno e arrivano alla sua perdita totale.

La somma prevista dall’assegno viene intascata dal centro per l’impiego o dall’agenzia privata per il lavoro “a risultato raggiunto”, cioè quando viene firmato il contratto. Poi il disoccupato, per ottenere l’assegno, deve presentare la dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare. Il servizio si conclude dopo 180 giorni, con una possibile proroga di altri 180 giorni in caso di assunzione con contratto di almeno sei mesi.

Gli importi dell’assegno di ricollocazione

L’importo minimo è di 250 euro e si può arrivare a un massimo di 5mila euro a seconda del tipo di contratto alla base del rapporto di lavoro e del grado di difficoltà per ricollocare il disoccupato. Nello specifico, l’importo varia da mille a 5mila euro se il disoccupato trova un nuovo impiego a tempo indeterminato, comprendendo anche l’apprendistato. Va da 500 a 2.500 euro se si stipula un contratto a termine di almeno sei mesi. Per le regioni considerate “meno sviluppate” (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) viene inoltre previsto una ulteriore opportunità: un assegno che va da 250 a 1.250 euro se il contratto è a tempo determinato tra i tre e i sei mesi.

Infine, per l’entità dell’assegno si tiene conto anche di altri fattori come l’età, il sesso, il livello di istruzione, la collocazione geografica e le precedenti esperienze lavorative.

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