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L’allarme dell’Ocse: “I giovani italiani di oggi andranno in pensione dopo i 71 anni”

Per i giovani italiani la pensione resta un miraggio: i ventenni di oggi, secondo l’Ocse, andranno in pensione a 71 anni e due mesi. L’Italia è uno dei paesi che spende di più in pensioni (il 16,3% del Pil nel 2013) e nonostante una età normale di pensionamento alta, l’età effettiva è tra le più basse in assoluto: gli italiani vanno in pensione tra i 61 e i 62 anni contro una media Ocse di 65.
A cura di Stefano Rizzuti
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Per i giovani italiani la pensione è sempre più lontana. A certificarlo è l’Ocse, secondo cui un ventenne di oggi che ha iniziato a lavorare nel 2016, se avrà una carriera lavorativa senza interruzione e in caso di applicazione delle attuali regole, potrà andare in pensione a 71 anni e due mesi. Peggio di noi, in Europa, fa solo la Danimarca: i danesi dovranno aspettare, in prospettiva, fino ai 74 anni per il pensionamento. La media dei paesi industrializzati, fa sapere ancora l’Ocse, sarà di 65,5 anni.

Il rapporto ‘Uno sguardo alle pensioni’ realizzato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, mette in evidenza come l’Italia sia uno dei paesi che attualmente stanzia più risorse per le pensioni, oltre ad avere una delle età effettive di pensionamento più basse. Inoltre, l’Ocse sottolinea come l’Italia sia anche uno dei paesi con il più sfavorevole andamento demografico, con il tasso degli over-65 destinato ad aumentare nei prossimi decenni.

L'Italia tra i paesi che spendono di più in pensioni

L’Ocse raccomanda all’Italia di non toccare le norme sulle pensioni in vigore, mantenendo il legame con l’aspettativa di vita. Nel 2013 la spesa per le pensioni in Italia era parti al 16,3% del Pil, inferiore solo al 17,4% della Grecia: quasi il doppio della media Ocse all’8,2% e in netto aumento rispetto al 2000. L’effetto delle ultime riforme in materia pensionistica dovrebbe portare a un leggero calo della spesa, attestandosi al 15,3% nel 2020 e al 13,8% nel 2060. Pur sempre, però, sopra la media Ocse. La spesa per le pensioni assorbe un terzo della spesa pubblica italiana: il 32% contro il 18% Ocse. Inoltre il tasso di contribuzione previdenziale è il più alto di tutta l’Ocse, attestandosi al 33%.

Gli italiani vanno in pensione prima

Oggi l’età normale di pensionamento è in media 66,6 anni per gli uomini e 65,6 per le donne: anche in questo caso l’Italia è sopra la media dell’area Ocse che si attesta a 64,3 per gli uomini e 63,4 per le donne. Peggio di noi solo Norvegia, Israele e Islanda. In realtà, però, l’età effettiva di pensionamento in Italia è ben sotto la media: 62,1 anni per gli uomini e 61,3 per le donne: tra le più basse dell’Ocse dove la media è intorno ai 65 anni. Il ricorso alla pensione anticipata, però, è comunque diminuito negli ultimi anni, passando dal 17,3% del totale delle pensioni del 2006 al 10% del 2014. Di conseguenza, anche il tasso di occupazione dei 55-64enni è nettamente aumentato – quasi raddoppiato – arrivando al 50,3%.

Gli anziani italiani tra quelli con più anni di pensione

L’aspettativa di vita italiana è tra le più alte dell’Ocse per cui una donna che va in pensione a 61,3 anni può godersi 25,6 anni di vita da pensionata, il terzo dato più alto dell’Ocse. Per un uomo gli anni di pensione sono quasi 22. Altro punto sottolineato dal report riguarda i redditi complessivi in Italia: attualmente quelli degli anziani sono mediamente elevati: sono pari al 98,9% della media dei redditi nazionali se si considerano tutti gli over-65, ma raggiungono il 105,7% nella fascia 65-75 anni, ben più della media Ocse.

I pensionati italiani potranno contare su pensioni con una proporzione rispetto al reddito da lavoro tra le migliori in assoluto: l’83% per tutti i tipi di reddito, il terzo dato più alto dell’Ocse che registra un tasso medio del 58,7%. Inoltre il fisco è meno incisivo sulle pensioni che sui salari, con una tassazione al 29% sul reddito medio da lavoro e al 20% sulla pensione.

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