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L’allarme del ministro Bray: “Mibac in rosso, non pagava le bollette”

Massimo Bray, intervenuto in merito alla chiusura del Colosseo andata in scena nei giorni scorsi, ha lamentato la mancanza di risorse al suo ministero. “L’Italia deve capire che cultura e turismo sono straordinarie leve per la ripresa economica”, così il ministro.
A cura di Susanna Picone
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Il Colosseo, al centro di una protesta che l’ha costretto a chiudere nei giorni scorsi, dovrebbe essere salvo. Il Ministero della Cultura ha sbloccato i fondi per i pagamenti degli straordinari arretrati ai lavoratori dei Beni Culturali che appunto avevano causato l’agitazione. Ad annunciarlo è stato lo stesso Mibac che ha acquisito i pareri definitivi e favorevoli di Funzione pubblica e Ragioneria generale dello Stato per la ripartizione del Fondo unico amministrazione 2013. Sono quindi sbloccati i fondi accessori per il personale del ministero che consente le aperture dei luoghi della cultura, compreso il Colosseo. Ma il ministro Massimo Bray ha fatto sapere che al suo ministero i conti sono in rosso da molto tempo. Bray ha infatti spiegato di  aver trovato 40 milioni di bollette non pagate.

“Se crolla Pompei non date la colpa a me” – “L’Italia deve capire che cultura e turismo sono straordinarie leve per la ripresa economica e per il lavoro – così si è espresso il ministro mentre lamentava la mancanza di soldi – quando sono arrivato al Mibac ho trovato ottomila bollette non pagate per un totale di 40 milioni di euro. Se non diamo nemmeno luce e riscaldamento al ministero come pensiamo di andare avanti?”. Il ministro ha accennato anche alla questione di Pompei lamentando appunto che è impossibile intervenire se non ci sono risorse: “Voglio vedere – ha affermato Bray – se domani cade qualcosa a Pompei se qualcuno ha il coraggio di dirmi qualcosa”.

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