L’ad di Consip accusa: “Pressioni per conto di Verdini e del padre di Renzi”. Tiziano Renzi smentisce
Continuano a emergere particolari sull'inchiesta Consip che, a vario titolo, sta coinvolgendo alcuni esponenti di spicco del Partito Democratico come il ministro dello Sport Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento perché sospettato di aver rivelato all'ad di Consip l'indagine in corso, e il padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze. Secondo quando riportato dalle prime indiscrezioni pubblicate dal settimanale L'Espresso, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti della Pubblica Amministrazione gestiti dal Consip, gli inquirenti starebbero indagando in particolare su un presunto incontro avvenuto tra l'imprenditore toscano e amico di Matteo Renzi Carlo Russo, l'imprenditore partenopeo Alfredo Romeo, e il padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi. Al momento non è ancora chiaro se questo presunto incontro al centro dell'indagine sia davvero avvenuto, ma nel caso gli inquirenti dovessero provare l'episodio, il quadro di accuse contro Tiziano Renzi potrebbe sensibilmente cambiare. Oltre a questo presunto incontro a tre, i pm titolari del caso stanno anche cercando di capire se il padre di Matteo Renzi incontrò l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, non indagato nell'ambito dell'inchiesta.
Secondo quanto sostenuto dal commercialista napoletano Alfredo Mazzei, Tiziano Renzi e Romeo si sarebbero anche incontrati a pranzo, grazie all’intercessione di Russo. “Romeo mi riferì che si videro in una sorta di ‘bettola', una trattoria senza pretese; non avevano interesse a farsi vedere”, ha dichiarato Mazzei, secondo quanto ricostruito da Repubblica, aggiungendo che “l’imprenditore entrò da un ingresso riservato, attraverso il cortile di un palazzo che aveva due uscite”.
La prima ricostruzione offerta dagli inquirenti descrive l'esistenza di una sorta di sodalizio tra Russo e Tiziano Renzi creato allo scopo di "ricevere somme di denaro mensili" da Alfredo Romeo, l'imprenditore partenopeo arrestato pochi giorni fa per corruzione. "30mila per T. e 5mila per CR" trovarono scritto i carabinieri del Nucleo tutela ambiente guidati dal capitano Giampaolo Scafarto in alcuni appunti di Romeo ritrovati nella spazzatura, una sorta di pizzino che sostanzialmente è diventato uno degli elementi fondanti del teorema accusatorio. In merito alle accuse, Tiziano Renzi ha sostenuto di essere sereno e di essere intenzionato a raccontare la propria versione dei fatti agli inquirenti, ammettendo l'esistenza di una conoscenza con Russo e Romeo, ma ribadendo che il famigerato incontro su cui la procura sta indagando non sarebbe mai avvenuto: “Non ho mai chiesto soldi. Non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per verificarlo. Non vedo l’ora che venga fuori la verità: voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere. Nulla". Anche il ministro Luca Lotti respinge ogni accusa: "Siamo gente seria e perbene. E abbiamo pazienza e forza per sopportare la vergognosa campagna di queste ore", ha sostenuto Lotti in un post pubblicato su Facebook nella serata del 2 marzo.
In un interrogatorio avvenuto lo scorso 20 dicembre, secondo quanto riporta L'Espresso, l'ad di Consip Luigi Marroni avrebbe riferito ai procuratori Henry John Woodcock e Celeste Carrano che "Russo chiedeva di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala Denis Verdini. Mi dissero che loro erano arbitri del mio destino professionale", rivelando inoltre che nel marzo 2016, incontrando il padre di Renzi in piazza Santo Spirito a Firenze, lui gli chiese di assecondare le richieste di Russo in favore di Romeo:
Marroni comincia a parlare subito, facendo saltare dalla sedia i magistrati. Il dirigente renziano racconta infatti di un vero e proprio «ricatto» subito da un sodale di Tiziano Renzi, l’imprenditore Carlo Russo. Riferisce di pressanti «richieste di intervento» sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di «incontri» riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di «aspettative ben precise» da parte di «Denis Verdini e Tiziano Renzi» in merito all’assegnazione di gare d’appalto indette dalla Consip del valore di centinaia di milioni di euro.
Tiziano Renzi interrogato per oltre tre ore a piazzale Clodio
Si è concluso dopo oltre tre ore, intorno alle 19 e 30, l'interrogatorio di Tiziano Renzi a piazzale Clodio. Un colloquio, quello del padre dell'ex presidente del Consiglio, iniziato poco dopo le 15. Tiziano Renzi, assistito dall'avvocato Federico Bagattini, è stato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo; e all'atto istruttorio ha preso parte anche il pm della Procura di Napoli, Celeste Carrano, titolare, insieme con il collega John Henry Woodcock, degli accertamenti in Campania. Secondo i pm il padre dell'ex presidente del Consiglio avrebbe aiutato l'imprenditore Alfredo Romeo in cambio della promessa di denaro nel rafforzare i suoi rapporti in Consip. La stessa durata ha avuto l'interrogatorio a Firenze di Carlo Russo, altro imprenditore amico di Tiziano Renzi, anche lui indagato nell'inchiesta Consip per traffico di influenze illecite. Russo, su indicazione dei suoi difensori, Gabriele e Marco Zanobini, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande. "Intendiamo far rispondere il nostro assistito quando saremo su un piano di parità ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione", hanno spiegato i legali.