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Kyenge: “L’Italia non è razzista, l’ho detto e lo ripeto”

Il ministro dell’Integrazione, tornando sulle polemiche dopo la pubblicazione da parte de La Padania della sua agenda, ha detto che non si possono confondere i comportamenti di pochi con i sentimenti di un popolo. Per Kyenge il nostro non è un Paese razzista.
A cura di Susanna Picone
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Intervenendo ad Agorà su Raitre, il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge è tornata sulla questione della sua agenda pubblicata da La Padania. Un gesto compiuto dalla Lega che, secondo Kyenge, non costituisce né un’intimidazione e nemmeno una sciocchezza, bensì una “strumentalizzazione”, perché quanto riportato “non rappresenta tutta l’attività ministeriale, ma soltanto una parte, scelta non a caso”. Secondo il ministro quello dell’Integrazione è un tema delicato che non va affrontato con spot o slogan ma che al contrario esige una riflessione profonda di tutti. “Bisognerebbe secondo me stare attenti anche a comportamenti, atteggiamenti e strumenti che si mettono in atto – ha spiegato – che non devono minare la democrazia e che non devono soprattutto essere strumentalizzati per la propaganda politica”.

Cecile Kyenge ad Agorà ha però ribadito che l’Italia non è un Paese razzista. Nessuno nasce tale – ha spiegato – ma lo si può diventare in conseguenza di certi comportamenti. Alludendo alla Lega, il ministro ha detto che non si possono confondere determinati episodi con i sentimenti di un popolo: “I comportamenti di poche persone non possono coinvolgere oltre 60 milioni di italiani”, ha spiegato. Intanto le polemiche non hanno fermato il quotidiano leghista che ha risposto pubblicando, oltre all'agenda della Kyenge, anche quella del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. “Abbiamo deciso di replicare l’iniziativa con un altro ministro, stavolta maschio e veneto, vediamo se i cori dei professionisti dell’indignazione saranno dello stesso livello”, così la direttrice de La Padania Aurora Lussana.

Tosi: “Contestarla è legittimo” – Sulle polemiche, da parte della Lega Nord, è intervenuto anche il sindaco di Verona Flavio Tosi. A suo dire non ci sarebbe nulla di male se un giornale pubblica gli appuntamenti di un ministro. In un’intervista a Repubblica, Tosi ha detto la sua sulla decisione presa da La Padania: “Siamo in democrazia, se chi legge il nostro quotidiano poi decide di andare a contestare il ministro fa una scelta legittima”. Purché – ha detto ancora – tutto avvenga su un piano civile. Per Tosi gli insulti sono sbagliati ma per quanto riguarda i temi il sindaco leghista ha detto che “la Kyenge non ha fatto una proposta concreta”. “Per me – così Tosi – la cosa fondamentale è parlare di quello che potrebbe succedere con l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, cosa che vuole fare il ministro. Ma non in modo generico, e senza fare proclami. Stiamo sul concreto, evitiamo le polemiche personali, che sono sterili”.

Maroni: “Non capisco perché contestare Kyenge sia razzismo” – A proposito della pubblicazione degli appuntamenti del ministro dell’Integrazione ha detto la sua anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, secondo il quale non bisogna parlare di razzismo. “Gli appuntamenti del ministro Kyenge – ha spiegato il leghista poco prima dell’inizio del Consiglio Nazionale del Coni – erano sul sito del ministero. Non capisco perché contestare lei debba essere razzismo e contestare me sia democrazia”. Maroni ha parlato di un “doppiosesismo” che dà fastidio: “Noi – ha aggiunto – contestiamo le proposte sbagliate”.

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