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7 Aprile 2025
8:12

Yaren e Adem, la storia della cicogna che torna ogni anno dal suo amico pescatore

Da 14 anni, la cicogna Yaren torna ogni primavera dal suo amico pescatore Adem Yılmaz, sulle sponde del lago Ulubat, in Turchia. Una storia vera che racconta un'insolita amicizia tra uomo e animale.

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Dal 2010, una cicogna chiamata Yaren torna ogni primavera a far visita al pescatore Adem Yılmaz. Foto da Wikimedia Commons

Da quattordici anni, sulle rive del lago Ulubat, in Turchia, si ripete puntuale sempre la stessa scena. Una cicogna bianca che ogni primavera torna dal suo amico pescatore. Non è una favola, anche se ha tutti gli elementi per sembrarlo. La cicogna si chiama Yaren, il pescatore si chiama Adem Yılmaz, e il villaggio dove accade tutto ciò è Eskikaraağaç, un piccolo centro nella provincia di Bursa, diventato famoso proprio per questa incredibile amicizia.

Com'è nata l'amicizia tra Yaren e Adem

La prima volta che Yaren si è posata sulla barca di Adem era il 2010. Tornava dall'Africa, stanca dopo la lunga migrazione primaverile, e ha trovato rifugio proprio lì, accanto a un uomo che ha capito che aveva probabilmente bisogno di aiuto. E così Yılmaz gli ha offerto del pesce e da allora, ogni anno tra marzo e aprile, Yaren torna sempre lì e continua a far visita al pescatore posandosi sulla sua barca ogni mattina. Continua a farlo per circa sei mesi, condividendo con Adem le giornate di pesca sul lago, mentre nidifica sulle sue sponde.

Una routine semplice, nemmeno troppo invadente per la "selvaticità" dell'uccello che, inevitabilmente, ha finito per attirare l'attenzione del mondo. Il primo a raccontarla con immagini è stato il fotografo naturalista Alper Tüydeş, che nel 2016 ha iniziato a seguire la storia di questa inusuale coppia. Da allora, ogni loro riunione primaverile è diventato un vero e proprio evento seguito da appassionati di birdwatching, curiosi, fotografi e utenti dei social e anche quest'anno Tüyde ha immortalato il momento del ritorno.

Il villaggio ha naturalmente colto l'occasione e Eskikaraağaç oggi si promuove come "il villaggio delle cicogne". Ci sono murales, pannelli fotografici e persino una statua in bronzo che raffigura Adem e Yaren al centro della piazza. E dal 2022, una webcam trasmette in diretta la vita del nido di Yaren, in modo da non perdersi nemmeno un minuto del suo ritorno. Nel 2019, la storia è diventata anche un documentario: Yaren, diretto da Burak Doğansoysal, che l'anno dopo ha vinto il premio come miglior lungometraggio al Prague Film Awards.

Una storia ai confini tra rispetto e comportamenti pericolosi

Questi riconoscimenti hanno consolidato la fama della cicogna bianca, oggi probabilmente la più famosa e conosciuta al mondo. Ma al di là dell'aspetto mediatico, c'è qualcosa davvero di speciale che continua a rendere questa storia così interessante: il fatto che, dopo una lunghissima e rischiosa migrazione durata migliaia di chilometri e dopo quasi sei mesi di assenza, Yaren continua a scegliere di tornare nello stesso posto e sempre dalla stessa persona. Non è addomesticata, non è così confidente. Semplicemente, torna.

E questo ci ricorda che anche gli animali selvatici, se messi in condizione di poterlo dimostrare, sono individui: ognuno con una sua storia unica e irripetibile da raccontare. Quella tra Adem e Yaren non è una fiaba, né un miracolo. È il frutto di una coesistenza possibile, forse non proprio impeccabile da un punto di vista etico, ma sicuramente sincera e rispettosa. Non serve romanticizzarla troppo: è una storia concreta, che funziona all'interno di quella zona grigia tra il rispetto per la fauna selvatica e quei gesti che non andrebbero in realtà mai fatti.

Perché è vero, qualsiasi animale selvatico non andrebbe mai alimentato e nutrito come fa Yılmaz. Il rischio che possa diventare troppo dipendente dal pescatore o confidente nei confronti degli esseri umani era davvero molto alto. Tuttavia, non è successo. La distanza tra Yaren e gli esseri umani si è ridotta, è vero, ma non così tanto snaturare la cicogna, che continua ha seguire la sua natura e la sua biologia, solamente con un amico in più. E poi, in fondo, siamo pur sempre parte anche noi della natura. Restarne sempre fuori è impossibile.

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