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7 Dicembre 2024
16:00

Una pianta parassita, due insetti insospettabili e un mistero botanico di lunga data finalmente risolto

Sull'isola di Shimoshima, in Giappone, vive una pianta parassita che non fa fotosintesi, che sembra un fungo e che emana un odore di lievito. Nessuno sapeva chi o cosa la impollinasse e portasse in giro i suoi semi, ma il mistero è stato finalmente risolto: entrambi i ruoli sono affidati a formiche e grilli "cammello", un fenomeno più unico che raro.

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Infiorescenza di Balanophora subcupularis impollinata da una formica che si nutre di nettare e polline. Di solito le formiche non sono considerati insetti impollinatori. Foto di Hiromu Hashiwaki

Nelle ombrose foreste subtropicali dell'isola di Shimoshima, nel sud del Giappone, si nasconde un piccolo prodigio botanico: Balanophora subcupularis, una pianta parassita che non fa fotosintesi e che si nutre delle radici di altre piante. Non è verde come quasi tutte le altre piante, sembra più un fungo ed emana un odore simile a quello del lievito. Ma soprattutto, questa specie è stata un vero e proprio grattacapo per i botanici, che non riuscivano a capire come riuscisse a riprodursi.

Chi o cosa impollina i suoi fiori? Chi trasporta i semi in un ambiente dove non ci sono né vento né animali apparentemente interessati ai suoi frutti? Per oltre un secolo, le risposte a queste domande sono rimaste un vero e proprio mistero ma oggi, grazie agli studi firmati da una coppia di ricercatori giapponesi, l'enigma è stato risolto: la pianta ha instaurato una relazione unica con alcuni insetti insospettabili: formiche e grilli.

Il mistero della riproduzione di Balanophora subcupularis

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B. subcupularis è una pianta parassita che non fa fotosintesi. Non si sapeva chi o cosa la impollinasse e portasse in giro i suoi semi. Entrambe le funzioni sono svolte da formiche e grilli "cammello". Foto di Hiromu Hashiwaki

A differenza di altre specie del genere Balanophora, che attirano uccelli o mammiferi con frutti rosso vivo simili a fragole, B. subcupularis non ha sviluppato strategie evidenti per farsi notare dai vertebrati. Questo aspetto ha spinto quindi Kenji Suetsugu, botanico dell'Università di Kobe, a indagare più a fondo. Specializzato nello studio delle interazioni tra piante parassite e il loro ecosistema, Suetsugu ha condotto un lungo e minuzioso lavoro insieme a Hiromu Hashiwaki per scoprire chi o cosa aiutasse la pianta a riprodursi.

Lo ha fatto attraverso lungo lavoro sul campo per un totale di oltre 100 ore di osservazione diretta, decine di migliaia di fotografie scattate dalle fototrappole durante la fioritura e la fruttificazione, e una serie di esperimenti mirati a escludere tutte le possibili ipotesi. Il risultato? Una scoperta che sfida buona parte di ciò che sappiamo sulla riproduzione delle piante a fiore: a svolgere il doppio ruolo di impollinatori e dispersori di semi sono diverse specie di formiche e i cosiddetti grilli "cammello", ortotteri appartenenti al genere Diestrammena.

Due ruoli, un solo attore: un caso più unico che raro

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Dopo aver impollinato i fiori, formiche e grilli mangiano le foglie su cui crescono i semi, contribuendo anche alla dispersione. Foto di Hiromu Hashiwaki

Di solito, le piante a fiore che sfruttano gli animali hanno una o poche specie che le impollinano (spesso api, farfalle o altri insetti volanti) e altre che mangiano i frutti e disperdono in giro i semi (solitamente uccelli e mammiferi). Questo doppio ruolo svolto dagli stessi animali è perciò qualcosa di molto raro nel mondo vegetale e rende quindi il caso di B. subcupularis particolarmente interessante. Innanzitutto, quando la pianta fiorisce, le formiche e i grilli cammello (ma anche le blatte) fanno visita a i fiori per nutrirsi di nettare e polline, facilitando l'impollinazione passando da una pianta all'altra.

Quando poi la pianta produce i frutti, questi stessi insetti si nutrono anche delle foglie carnose modificate (chiamate bratee) che sorreggono i semi, trasportandole in giro perdono qualche seme per strada contribuendo pure alla dispersione. «Molte piante dipendono dagli insetti per l'impollinazione, ma è raro che siano formiche e grilli a svolgere questo ruolo – ha spiegato Suetsugu – ancora più inusuale è che insetti così piccoli agiscano anche come dispersori di semi, una funzione che di solito è svolta da uccelli o mammiferi. Che siano poi le stesse specie a ricoprire entrambi i ruoli è un fenomeno unico nel suo genere».

Adattamenti e relazioni uniche da proteggere

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Quando le formiche raccolgono le brattee per portarle al formicaio perdono alcuni semi che vengono sparsi in giro nella foresta. Foto di Hiromu Hashiwaki

Secondo Suetsugu, questa eccezionale strategia riproduttiva può essere spiegata soprattutto da due fattori. Primo, B. subcupularis fiorisce in un periodo dell'anno in cui molti impollinatori più comuni, come le api e altri insetti, sono meno attivi, tra l'autunno e l'inverno. Secondo, l'isola di Shimoshima si trova al limite settentrionale dell'areale di distribuzione di questa pianta, in un'area isolata dove ci sono in generale pochi impollinatori e possibili dispersori, cosa che potrebbe aver favorito l'evoluzione di nuove interazioni decisamente più atipiche.

Ma oltre a risolvere un enigma botanico di lunga data, questa storia ci ricorda soprattutto l'importanza degli invertebrati nella riproduzione delle piante e quanto possono essere complesse e imprevedibili le interazioni ecologiche, anche intorno a una singola pianta. «Queste scoperte ci spingono a riflettere sulle complesse relazioni tra le specie e sui fattori ambientali che le plasmano – ha concluso il botanico – ma hanno anche implicazioni pratiche: comprendere la dipendenza di piante rare da specifici invertebrati ci aiuta a pianificare strategie di conservazione più mirate».

Proteggere gli habitat di queste piante significa quindi anche garantire la sopravvivenza degli insetti che si occupano della sua riproduzione. In un mondo in cui il ruolo degli insetti e di altri invertebrati viene fin troppo spesso sottovalutato, questa scoperta è un richiamo a rivalutare e a riconoscere la loro importanza ecologica. Anche gli insetti più insospettabili, come le formiche e i grilli, possono nascondere storie straordinarie di adattamenti e interazioni, ricordandoci quanto infinitamente complessa e interconnessa sia la rete della vita.

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