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Una piccola formica tutta nera, apparentemente identica a una delle tante che potremmo trovare anche in giardino. Eppure, c'è chi è disposto a pagarla fino a 200 euro o anche di più. È quanto emerge da una recente indagine condotto in Kenya, dove è stato scoperto un traffico illegale di Messor cephalotes, una specie rara di formica che alcuni collezionisti considerano un vero e proprio tesoro. Centinaia di esemplari erano pronti a essere spediti in Europa e Asia, nascosti in provette con cotone idrofilo, facili da nascondere, difficili da controllare.
Il traffico illegale di insetti, ragni, scorpioni e altri piccoli invertebrati, è la nuova frontiera del commercio illegale di animali, un mercato molto redditizio, in crescita e da sempre sottovalutato e sottostimato, che si muove nell'ombra, attraverso forum online specializzati, gruppi Telegram, vendite su eBay e marketplace internazionali, dove il confine tra legalità e sfruttamento della biodiversità è diventato sempre più sottile.
Insetti da collezione, scorpioni come trofei, ragni come pet esotici

Quello degli invertebrati è un mercato silenzioso, ma vasto, che coinvolge migliaia di specie e milioni di individui ogni anno. Gli insetti e gli aracnidi – spesso percepiti come marginali – sono invece tra gli animali più contrabbandati al mondo. Vengono venduti come animali da compagnia esotici, ma anche come ingredienti per la medicina tradizionale, oggetti da collezione, amuleti per riti religiosi o semplicemente curiosità da esibire in salotto. Non mancano persino episodi grotteschi: alcuni coleotteri si sono quasi estinti perché ricercati dai collezionisti, come il carabide cieco Anophthalmus hitleri, una specie che vive solo in alcune grotte in Slovenia e dedicata ad Adolf Hitler, particolarmente apprezzata da gruppi neonazisti.
Alcune tarantole sono state persino rubate dagli zoo, mentre le farfalle protette finiscono spillate, impacchettate e vendute come esemplari rari da collezione. Nel 2019, un gruppo di ricercatori della Cornell University ha scandagliato per due mesi il web alla ricerca di annunci di vendita di insetti e ragni. Hanno trovato 79 specie ufficialmente protette in vendita online, tra cui tarantole, coleotteri e farfalle, alcune delle quali inserite nelle Liste Rosse della IUCN o coperte dalla Convenzione di Washington (CITES). I prezzi possono arrivare anche fino a 2.000 dollari per un coleottero nero che vive solo alle Azzorre – Aleochara freyi – venduto come se fosse un normale oggetto da collezione.
Piccoli, resistenti, redditizi: perché il commercio di invertebrati funziona

Secondo invece un altro studio, su internet circolano almeno 1.264 specie di ragni e scorpioni, ma solo 30 sono effettivamente regolamentate dalla CITES. Questo vuol dire che la maggior parte degli scambi avviene senza alcuna tutela, né per gli animali né per gli ecosistemi da cui provengono. Gli insetti e gli altri invertebrati hanno infatti dalla loro una caratteristica che li rende "perfetti" per il traffico illegale e senza regole: sono piccoli, facili da spedire in contenitori quasi invisibili, sopravvivono a lunghi viaggi senza grandi necessità e, soprattutto, possono fruttare cifre altissime, perché i collezionisti e gli appassionati sono disposti a sborsare centinaia di euro per aggiungere specie rare alle proprie collezioni.
Alcuni acquirenti cercano di giustificarsi parlando di animali allevati, altri invece si affidano a venditori che non specificano nemmeno l'origine degli animali e mancano controlli e regolamenti. Il confine tra commercio legale e mercato nero è quindi sempre più labile e difficile da individuare. Eppure, la pressione su specie rare, il depauperamento di micro-habitat già fragili e la totale mancanza di controlli possono trasformare questo hobby in un fattore di rischio concreto per la biodiversità globale. E mentre l'attenzione è rivolta (giustamente) verso pangolini, elefanti, rinoceronti, tigri e altri grandi mammiferi, una piccola formica nera africana viaggia nell'ombra e permette di guadagnare migliaia di euro.