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Un raro delfino gioca con le barche nel Golfo di Trieste, l’esperto: «Avvistati meno di cinque individui in 50 anni»

Un delfino raro è stato avvistato nelle acque del porto di Trieste: un video lo ritrae mentre gioca da solo con barche e cime. Anche se è noto come "delfino comune", sono meno di 5 gli individui di questa specie avvistati nelle acque triestine. Ne parla l'esperto della WWF Area Marina Protetta di Miramare.

22 Novembre 2024
11:29
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Un delfino comune (Delphinus delphis) è stato avvistato nelle acque del Golfo di Trieste, ma a dispetto del nome si tratta di un avvenimento decisamente raro. Lo spiega alla redazione Saul Ciriaco, responsabile delle attività di monitoraggio della WWF Area Marina Protetta di Miramare: «Sono meno di cinque i delfini di questa specie avvistati negli ultimi 50 anni nel nostro Golfo».

Il delfino solitario è stato avvistato nella mattinata del 18 novembre mentre giocava con alcune cime e barche nel porto.

Perché l'avvistamento del delfino è raro

Il personale della Società Nautica Grignano ha avvertito l'Amp di Miramare che è intervenuta con i suoi esperti. «Abbiamo verificato che il delfino fosse in grado di respirare e muoversi, e non si trovasse lì perché era ferito o bloccato dalle funi. È rimasto lì fino a sera quando si è allontanato spontaneamente», racconta Ciriaco.

Il delfino, una femmina, è una vecchia conoscenza dell'Area Marina Protetta: «Abbiamo riconosciuto che si trattava di un individuo che era già stato avvistato in circostanze simili. Si è fermato a lungo interagendo con le barche e le corde di ancoraggio e per questo abbiamo invitato le imbarcazioni in transito a fare attenzione».

L'avvistamento nel Golfo triestino è infatti molto raro. Anche se siamo abituati a pensare al delfino come a un'unica specie, in realtà ne esistono diverse tra cui il tursiope, la stenella, e il delfino comune, e proprio quest'ultimo è il meno presente nelle nostre acque, anche se non è sempre stato così.

«A dispetto del nome ormai non è più "comune" – sottolinea l'esperto – Negli ultimi decenni è diventato sempre più difficile avvistarlo, tanto che nel 2010 il delfino Elizabeth divenne il primo della sua specie avvistato qui in 50 anni, e rimase a lungo. Da quel momento ci sono stati altri avvistamenti ma si tratta di pochissimi individui». La causa di questo declino è presto detta: «Purtroppo è imputabile all'essere umano».

Proprio allo scopo di monitorare l'andamento della popolazione l'Amp di Miramare ha condiviso le foto delle pinne con Morigenos, la ong slovena specializzata nello studio dei delfini. Le pinne dei cetacei per i ricercatori sono l'equivalente delle nostre impronte digitali, e la loro identificazione permette di ricostruire la storia dell'individuo grazie al database dei mammiferi dell’Alto Adriatico.

In questo incontro c'è anche un'altra particolarità, fa notare Ciriaco: «I delfini sono animali sociali, ed è raro che si muovano da soli. Quando ci troviamo davanti a questi casi dobbiamo usare accorgimenti specifici per evitare di comprometterne la sopravvivenza».

Perché un delfino nel Golfo di Trieste è così raro?

I delfini sono animali selvatici, e come tali non andrebbero mai avvicinati dalle persone. La maggior parte delle specie ha un'innata diffidenza nei confronti della nostra specie, ma in alcuni casi singoli individui possono perdere questa ritrosia e assuefarsi alla presenza umana.

Gli effetti di questo comportamento sono pericolosi sia in termini di sicurezza per le persone che per l'animale stesso, e ciò è ancora più vero per i delfini. «Quando si avvista un delfino solitario che, come in questo caso, cerca di interagire con le barche e con le persone bisogna fare attenzione – rileva l'esperto – Gli individui in questo caso tendono a riprodurre comportamenti con gli umani i comportamenti che in situazioni normali avrebbero tra simili. Anche in questo caso l'animale ricercava una vicinanza con l'uomo, e questo può essere pericoloso perché potrebbe restare ferito da una barca o impigliato in una rete o cima».

Questi incidenti sono tra le principali cause di morte di moltissime specie marina, come cetacei e tartarughe. «Per evitare che il defino acquisisca l'abitudine di avvicinarsi alle persone è bene limitarsi a osservarlo solo da lontano e a non interagire mai con lui. Anche noi ci siamo allontanati una volta verificato il suo stato di salute e fotografato le pinne per la fotoidentificazione ci siamo allontanati lasciando che tornasse in mare aperto».

Tutte le foto e i video sono gentilmente concessi dall'Area Marina Protetta Miramare

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