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20 Febbraio 2025
16:40

Un Pastore Tedesco ‘usato’ per una rapina a Napoli è ora in canile. Che fine farà?

Un giovane è entrato in un negozio per rubare un giubbotto aizzando il cane che era con lui ma è stato poi arrestato. Il Pastore Tedesco, privo di microchip, è ora in canile e aspetta di conoscere il suo destino. Diverse persone hanno riportato la loro testimonianza sulla bontà del cane e ci hanno scritto per sapere del suo destino. Ecco cosa dice la legge in questi casi per poter chiedere l'affido o l'adozione.

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E' entrato in un negozio di abbigliamento con un Pastore Tedesco al guinzaglio. Ha puntato un giubbotto da 1400 euro e prima di scappare ha aizzato il cane nei confronti della commessa che a mala pena ha abbaiato. Per il rapinatore, però, non c'è stato scampo: è stato fermato subito dopo da una pattuglia della Polizia e portato direttamente in carcere. Il cane, invece, è finito in canile e si è scoperto che non ha il microchip.

Questa storia è avvenuta nel centro di Napoli, in via Toledo, e ha sollevato l'interesse delle persone che hanno assistito al momento in cui il cane è stato prelevato dalle mani del malvivente dagli agenti. "Siamo rimasti sorpresi della sua tranquillità – racconta una persona che ha assistito alla scena a Fanpage – e vorremmo tanto sapere che destino avrà".

Nel video fornito alla nostra redazione si vede il cane tenuto al guinzaglio da un agente, infatti, che ‘giustamente' abbaia e probabilmente giusto perché si trova in mezzo alla confusione, anche osservato dagli astanti con curiosità. Già solo queste poche immagini danno l'impressione che si tratti di un soggetto dalla buona indole e che in canile è stato descritto come "tranquillo". Il Pastore Tedesco è un maschio non castrato di 4 anni che ora aspetta all'A.S.L. Napoli 1 Centro, dove è stato portato, di conoscere quale sarà il suo destino.

Ciò che la legge prevede in questi casi è che per una eventuale adozione e in assenza di proprietario che lo reclami debbano passare 60 giorni per poter essere messo in adozione. Questa tempistica è previsto dalla Legge Quadro sul Randagismo (281/91) in funzione di quella che era una sorta di ‘protezione' nei confronti delle persone che avevano perso il loro cane, in tempi in cui ancora era permesso fare il tatuaggio ed era stato appena istituito l'uso del microchip che poi è diventato l'unico sistema identificativo dal 1° gennaio 2005.

Se qualcuno intanto però volesse avere informazioni sul cane e pensare eventualmente anche alla sua adozione, è possibile di norma chiedere un affido temporaneo, nella consapevolezza che comunque quel periodo deve per forza passare perché poi si possa regolarizzare la situazione.

Ciò che questa storia fa emergere, però, è che come ha scritto Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale su Kodami "dare due mesi di tempo a un proprietario per ricongiungersi con il proprio animale va contro il principio della convivenza responsabile. Si dovrebbe supporre, del resto, che a seguito di uno smarrimento il compagno umano di un animale abbia la necessità urgente di ricongiungersi a lui. Inoltre, al giorno d’oggi la possibilità di essere rintracciati se il cane ha il microchip è elevatissima e gli annunci di smarrimenti di cani senza microchip sono molto diffusi attraverso i canali mediatici: reti sociali, siti dei canili, del Comune e delle associazioni garantiscono infatti una rapida diffusione dell’informazione. Gli unici casi che potrebbero impedire il ricongiungimento immediato, quindi, possono essere problemi personali o di salute, o ancora se la persona interessata si trova fuori dal territorio. In questi casi vi sono però deleghe e nulla osta che permettono ad una terza persona di fiducia recuperare l’animale dalla struttura".

Questo passaggio calza a pennello su quanto sta accadendo al Pastore Tedesco protagonista suo malgrado di questa disavventura: se il suo legittimo proprietario fosse il rapinatore, comunque non gli andrebbe restituito se si vuole badare al benessere del cane. Se invece fosse stato rapito, come alcuni che ci hanno segnalato la storia ipotizzano, in ogni caso l'eventuale persona di riferimento non aveva provveduto a microchipparlo.

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