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14 Aprile 2025
12:16

Un gruppo di oltre 60 orche ha attaccato e ucciso una balenottera azzurra: la scena incredibile

In Australia, un gigantesco gruppo composto da oltre 60 orche ha attaccato e ucciso una balenottera azzurra. L'intera scena è stata ripresa e raccontata da una compagnia di whale-watching, in uno degli episodi di predazione più rari e incredibili che siano mai stati documentati per questa specie.

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Foto di Allan Cronin/Naturaliste Charters Whale Watching via Facebook

Un enorme gruppo composto da oltre 60 orche ha attaccato e ucciso una balenottera azzurra pigmea, in uno degli episodi di predazione più rari e incredibili che siano mai stati documentati per questa specie. È accaduto lo scorso 7 aprile, tra le acque del Bremer Canyon, un'area marina protetta al largo di Bremer Bay, nell'Australia Occidentale. Ad assistere e a raccontare questo attacco è stato il team di Naturaliste Charters, una compagnia di whale-watching che si è trovata nel posto giusto al momento giusto. Le immagini sono davvero impressionati e raccontano tutto lo strapotere e le abilità di questi straordinari super-predatori.

Un attacco coordinato e fulmineo

Nel video pubblicato sui social da Naturaliste Charters, si vedono chiaramente decine di orche nuotare in formazione, accerchiare la gigantesca balenottera – lunga circa 18 metri – e colpirla ripetutamente senza tregua. E in poco meno di 40 minuti, tutto era finito. Il corpo della balenottera galleggiava immobile in superficie, il sangue fuoriusciva dalla bocca tingendo di rosso il mare, mentre le orche cominciavano a nutrirsi del povero cetaceo. Una scena molto cruenta e che può sembrare spietata agli occhi di noi umani, ma che per questi predatori rappresenta il culmine di una caccia elaborata e perfettamente orchestrata indispensabile per la loro sopravvivenza.

«È stato un evento incredibile e rarissimo», ha scritto il team di Naturaliste Charters sui suoi canali social. «Più gruppi familiari di orche si sono uniti per cacciare con successo una balenottera azzurra. Una scena intensa e potente, che ha lasciato tutti senza parole». Tra le orche coinvolte c'erano anche diversi individui giovanissimi e un cucciolo di appena un mese di vita. Nonostante fosse ancora privo di denti, è rimasto vicino alla madre per tutto il tempo, osservando attentamente gli adulti in azione. È così che imparano le giovani orche, guardando, ascoltando, condividendo la strategia di gruppo: cooperazione, comunicazione vocale complessa, ruoli ben definiti.

Le orche, predatrici intelligenti e spietate

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Le orche sono super–predatori in grado di adottare strategie specifiche e adatte al tipo di preda

Jennah Tucker, biologa marina presente durante l'evento, ha raccontato alla stampa australiana che molti erano inizialmente sotto shock e che l'intero attacco si è concluso in un tempo sorprendentemente breve per una preda così grossa, poco più di 30 minuti. In alcuni momenti il team ha contato almeno 30 orche tutte contemporaneamente addosso alla povera balenottera. Le orche (Orcinus orca) sono predatori incredibilmente adattabili e tra gli animali più intelligenti del pianeta. Sebbene gli attacchi alle balenottere azzurre – l'animale più grosso mai esistito sulla Terra – siano eventi estremamente rari, non si tratta di un episodio senza precedenti.

In passato, sono state già osservate orche cacciare anche giovani balene grigie, capodogli o megattere. Ogni popolazione o persino singolo gruppo familiare – chiamato pod – adotta strategia proprie ed è specializzato nella caccia di alcune specifiche prede. E ci riescono adottando strategie e comportamenti tra i più complessi e sofisticati dell'intero regno animale. In Antartide, per esempio, le orche cacciano le foche generando onde per farle cadere dai lastroni di ghiaccio galleggianti. Altre, invece, si sono specializzate nella caccia agli squali, che uccidono per mangiare esclusivamente il loro fegato. In Patagonia, invece, si spiaggiano deliberatamente sulla battigia per catturare i leoni marini fuori dall'acqua.

Uno spettacolo che racconta la natura così com'è: a volte brutale

Attaccare una balenottera azzurra, in questo caso una balenottera azzurra pigmea (Balaenoptera musculus brevicauda), una sottospecie diffusa nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico meridionale, rimane naturalmente un'impresa enorme, che solo un numero così elevato di orche può tentare con successo. Le immagini e il racconto dei presenti, ci restituiscono così un racconto apparentemente brutale, quasi ingiusto, perlomeno dal nostro punto di vista. Il dolore e la morte di un cetaceo così intelligente e sensibile, ci spinge inevitabilmente a provare tristezza, ma anche questo fa parte della natura selvaggia, quella più vera.

In quella brutalità apparente, si celano infatti dinamiche e leggi antichissime, che sono state "scritte" in milioni di anni di evoluzione. Le orche sono super-predatrici e in un certo senso è questo il loro "posto" nel mondo, oltre che l'unico modo che hanno per sopravvivere. E dietro la loro spietatezza, ci dimostrano anche come la socialità e l'intelligenza di questi cetacei siano riusciti a produrre "un'altra" tipologia di cultura, un bagaglio di conoscenze e abitudini tramandato di generazione in generazione che ha un solo e unico obiettivo: sopravvivere. E noi umani, fortunati spettatori di tutto questo, non possiamo fare altro che osservare e rispettare questi incredibili – e spietati – mammiferi marini.

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