Due cuccioli di furetto dai piedi neri sono nati da una madre clonata allo Smithsonian National Zoo and Conservation Biology Institute (NZCBI), negli Stati Uniti. È la prima volta che accade ed è un passo importante per la conservazione di questa specie a un passo dall'estinzione. La mamma è Antonia, una furetta che ha già fatto parlare di sé qualche mese fa per essere stata clonata a partire da un vecchio campione di tessuto surgelato.
Oggi, insieme alle altre due sorelle clonate, Elizabeth-Ann e Noreen, è una delle sole tre furette dai piedi neri (Mustela nigripes) esistenti riprodotte attraverso la clonazione.
La clonazione di Antonia e delle sue "sorelle" è stata possibile grazie ad alcune cellule congelate di una femmina che si chiamava Willa, morta nel 1988. Il materiale genetico di Willa è stato conservato al Frozen Zoo del San Diego Zoo Wildlife Alliance e rappresenta un'importante risorsa per aumentare la diversità genetica di una specie che in natura sopravvive con poco più di un migliaio di individui. Infatti, il DNA di Willa, che non ha lasciato discendenti, conserva una varietà genetica perduta di superiore rispetto a quella dei furetti viventi.
La clonazione come strumento per salvare le specie a rischio
I cuccioli, inizialmente tre, si trovano ancora al NZCBI di Front Royal, in Virginia, suscitando grande entusiasmo tra i conservazionisti che hanno seguito la loro nascita. I due sopravvissuti, nati dall'accoppiamento con un maschio di tre anni di nome Urchin, sono una femmina e un maschio. Stanno bene e continueranno a essere attentamente monitorati fino a quando non saranno pronti a essere coinvolti anche loro nei programmi di riproduzione in cattività.
«La nascita dei cuccioli di Antonia rappresenta una pietra miliare per la conservazione delle specie a rischio», ha dichiarato in un comunicato Paul Marinari, curatore senior presso il NZCBI. «Il programma di recupero del furetto dai piedi neri, insieme ai suoi numerosi partner, continuano a portare avanti sforzi innovativi e ispiratori per salvare questa specie, e offrono un modello anche per altri programmi di conservazione in tutto il mondo».
Una specie minacciata dall'impoverimento genetico
Il "collasso genetico" che minaccia i furetti dai piedi neri è una diretta conseguenza dell'esiguo numero di animali sopravvissuti: tutti gli individui viventi oggi discendono infatti da appena sette esemplari catturati per riprodurre la specie nel 1981. Una tale scarsità genetica aumenta quindi il rischio di vulnerabilità a malattie, come la peste selvatica e il virus del cimurro canino, minacce che potrebbero rivelarsi fatali per la sopravvivenza nel lungo periodo della specie.
Il recupero dei geni di Willa potrebbe quindi rappresentare una nuova speranza per garantire quella varietà necessaria per la sopravvivenza a lungo termine di questi animali. Inizialmente, questa speranza era tutta riposta in Elizabeth-Ann, la prima furetta e il primo animale selvatico a rischio clonato con successo. Tuttavia, problemi legati al suo sviluppo riproduttivo hanno reso impossibile la sua riproduzione. Così è stata Antonia a stabilire questo record storico, diventando la prima furetta clonata in assoluto a dare alla luce dei cuccioli.
C'è ancora tanto da fare per scongiurare l'estinzione
Questo importante traguardo, che ha richiesto oltre 10 anni di lavoro, è anche merito all'agenzia statunitense Fish and Wildlife Service, che ha collaborato con numerosi scienziati, zoo, centri di ricerca e organizzazioni, tra cui con Revive & Restore, che sviluppa e promuove biotecnologie al servizio della conservazione. Una delle più importanti sfide legate alla conservazione è proprio quella di riuscire trovare il modo di aumentare la diversità genetica delle specie in via d'estinzione, troppo spesso ridotte pochissimi individui, tutti imparentati tra loro.
Naturalmente, la clonazione e il recupero della variabilità genetica da soli non bastano per scongiurare l'estinzione di questa specie. Per tutelare gli ultimi furetti in natura, il team si concentra anche sulla protezione del loro habitat, sulla gestione delle malattie e sulla reintroduzione dei furetti nati in cattività. Tuttavia, Antonia e i suoi due cuccioli, grazie al DNA "resuscitato" di Willa, si spera potranno fornire quel "boost" genetico necessario per la specie e che purtroppo Elizabeth Ann non è riuscita a dare in questi anni.