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14 Novembre 2024
10:32

Un fossile di 80 milioni di anni fa svela per la prima volta com’era fatto il cervello degli uccelli all’epoca dei dinosauri

Un fossile perfettamente conservato risalente a circa 80 milioni di anni fa, sta permettendo di riscrivere l'evoluzione del cervello e dell'intelligenza degli uccelli. Si chiama Navaornis e aveva caratteristiche che lo posizionano a metà strada tra i dinosauri più antichi e gli uccelli moderni.

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Lo scheletro Navaornis hestiae di Foto di Stephanie Abramowicz

La scoperta di un fossile straordinariamente ben conservato potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell'evoluzione del cervello e dell'intelligenza degli uccelli moderni, risolvendo uno dei misteri più lunghi e affascinanti della storia evolutiva dei vertebrati. Un team di ricercatori dell'Università di Cambridge e del Natural History Museum di Los Angeles ha identificato e analizzato un nuovo uccello fossile risalente a circa 80 milioni di anni fa, epoca in cui i dinosauri dominavano la Terra.

Il fossile, delle dimensioni di un comune storno, è stato trovato in Brasile ed è così ben conservato da aver permesso agli scienziati di ricostruire digitalmente il cervello dell'animale, che è stato battezzato Navaornis hestiae. Questa scoperta, che si è guadagnata la copertina della prestigiosa rivista Nature, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere com'era fatto il cervello degli uccelli dell'epoca, ma soprattutto quali son ostate le tappe evolutive per arrivare a quello di oggi.

Un fossile unico nel suo genere: com'è fatto il cervello di Navaornis

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Il fossile di Navaornis. Foto di Stephanie Abramowicz

Il cranio di Navaornis è stato trovato praticamente intatto, un evento rarissimo per i fossili di uccelli, specialmente quelli risalenti al Mesozoico. Grazie poi a tecnologie avanzate di micro-TAC, i ricercatori hanno potuto ricostruire in 3D la struttura cerebrale di questo antico uccello. I risultati mostrano che il cervello di Navaornis possiede caratteristiche più o meno intermedie tra quello di Archaeopteryx, uno dei più antichi dinosauri simili agli uccelli, vissuto circa 150 milioni di anni fa, e quello invece degli uccelli di oggi.

Il cervello di Navaornis presentava infatti un telencefalo, la porzione più grande dell'encefalo, molto più sviluppato rispetto ad Archaeopteryx, suggerendo capacità cognitive più complesse, ma la struttura del cervelletto, fondamentale per il controllo del volo, era invece più piccola. Secondo Guillermo Navalón, uno degli autori dello studio, «La struttura cerebrale di Navaornis è quasi perfettamente intermedia tra Archaeopteryx e gli uccelli moderni, un vero pezzo mancante che si incastra alla perfezione nel puzzle evolutivo».

Colmata una lacuna di 70 milioni di anni

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Ricostruzione di una coppia di Navaornis in vita e tra i dinosauri del Mesozoico. Illustrazione di Júlia d’Oliveira

Prima di questa scoperta, c'era praticamente un vuoto di 70 milioni di anni nella storia dell'evoluzione cerebrale degli uccelli, se si da Archaeopteryx fino alle specie di oggi. Navaornis colma questa lacuna, offrendo una finestra inedita sullo sviluppo delle capacità cognitive e comportamentali che rendono unici gli uccelli moderni. Secondo Daniel Field, coordinatore dello studio, «Questo fossile rappresenta una tappa fondamentale nel viaggio evolutivo verso l'intelligenza e la complessità comportamentale che osserviamo oggi in uccelli come corvi e pappagalli».

Il fossile è stato trovato nel 2016 da William Nava, direttore del Museu de Paleontologia de Marília, in una regione un tempo caratterizzata da corsi d'acqua lenti e ambienti secchi, condizioni ideali per la conservazione dei fossili. Navaornis apparteneva a un gruppo di uccelli estinti chiamati "enantiorniti", che si sono separati dal ramo evolutivo delle specie moderne più di 130 milioni di anni fa. Questi antichi uccelli possedevano già un piumaggio complesso e probabilmente erano buoni volatori, anche se con un cervello evidentemente diverso dagli uccelli di oggi.

Uno sguardo nuovo sull'intelligenza degli uccelli

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Navaornis (al centro) aveva un cervello intermedio tra Archaeopteryx (a sinistra) e gli uccelli moderni (qui rappresentati da Tangara seledon, a destra). Illustrazione di Júlia d’Oliveira

L'anatomia cerebrale di Navaornis colma diverse lacune, ma pone anche nuovi interrogativi: come facevano gli enantiorniti a controllare il volo senza le strutture complesse tipiche degli uccelli moderni? Quanto era "intelligente" rispetto alle specie di oggi? Secondo Field, probabilmente possedeva capacità cognitive già molto avanzate, che gli consentivano forse di eseguire rituali di corteggiamento complessi oppure intricate interazioni sociali con i propri simili. Siamo però solo all'inizio di questo nuovo sguarda sull'evoluzione dell'intelligenza degli uccelli.

Altri fossili dal sito brasiliano potrebbero infatti fornire ulteriori dettagli sull'evoluzione cerebrale degli uccelli. «Questo fossile è un pezzo chiave nel puzzle dell'evoluzione del cervello aviario», ha concluso Field. «Con Navaornis, possiamo tracciare una linea più chiara tra i dinosauri e gli uccelli moderni, svelando in che modo la natura abbia creato alcuni degli animali più intelligenti e adattabili della Terra».

Questa scoperta si inserisce in un filone di studi che dal 2018 a oggi ha già portato alla scoperta di altri importanti fossili come IchthyornisAsteriornis e Janavis, un quartetto di antichi uccelli ormai estinti che stanno aiutando i paleontologi a riscrivere una delle storie evolutive più lunghe e complesse mai avvenute sul nostro Pianeta, ovvero le origini degli uccelli, uno dei gruppi animali più diversificati, diffusi e di successo che siano mai esistiti.

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