Scoperto un cimitero di coralli a nord della Grande Barriera Corallina, a largo del Queensland, in Australia. Secondo gli esperti dell'Australian Institute of Marine Science, l'area attorno a Cooktown e Lizard Island ha perso più di un terzo dei suoi coralli, si tratta del più grande calo mai registrato da quando è stato istituito il monitoraggio 39 anni fa.
La Grande Barriera Corallina è composta da oltre 2.900 barriere coralline individuali e i ricercatori stanno analizzando ognuna di esse. In particolare nel settore di Cairns [in arancione sulla mappa] sono state esaminate cinque barriere coralline: Mackay Reef; St. Crispin Reef; Agincourt Reef n. 1; Hastings Reef e Thetford Reef.
«La copertura di coralli duri vivi è diminuita in tutte e cinque le barriere a causa dell'impatto combinato dell'evento di sbiancamento di massa dei coralli del 2024 e del ciclone tropicale Jasper – si legge nel report – Questi eventi si sono combinati producendo il più grande declino annuale nel settore a livello di corallo dall'inizio del monitoraggio».
Come i cambiamenti climatici uccidono la Grande Barriera Corrallina
La Grande Barriera Corallina è stata colpita da una serie di eventi meteorologici estremi che prima l'hanno indebolita e poi danneggiata irreversibilmente. Un’estate di caldo estremo nel 2016 ha portato al primo sbiancamento dei coralli e in seguito due cicloni hanno spazzato via gli organismi già provati.
Lo sbiancamento o scolorimento è il fenomeno che porta i coralli a diventare bianchi e a perdere la brillantezza dei colori. Si verifica quando la temperatura media dell'acqua aumenta anche di un singolo grado. Nell'estate del 2016, secondo uno studio pubblicato su Nature, la temperatura dell'acqua nell'area è aumentata di 4 gradi, e negli anni successivi si sono verificati almeno altri quattro episodi analoghi che hanno causato una moria senza precedenti.
Gli effetti di questo repentino innalzamento delle temperature si sono manifestati nella loro interezza solo nel 2024 quando nel corso del monitoraggio annuale condotto dall'Australian Institute of Marine Science è stato trovato un vero cimitero di coralli al largo di Lizard Island, sulla costa settentrionale del Queensland.
Quest'area dall'altissima biodiversità è nota come "mare dei Coralli" ed è protetta dal Parco nazionale di Lizard Island. Poco lontano, al largo delle isole Salomone una spedizione della National Geographic Society ha scoperto il corallo più grande del mondo.
Definire quest'area un potenziale cimitero non è esagerato: i coralli non sono vegetali ma organismi viventi formati da minuscoli polipi.
Come avviene lo sbiancamento dei coralli
Lo sbiancamento dei coralli avviene quando i polipi dei coralli espellono i microrganismi, chiamati zooxantelle, che permettono loro di svolgere la fotosintesi. Le zooxantelle forniscono fino al 90% dell'energia di cui il corallo ha bisogno per vivere.
Quando però la temperatura dell'acqua si alza, questi microrganismi iniziano a produrre sostanze dannose per l'organismo dei polipi, che quindi si trovano costretti a espellerli. Lo strato superficiale del corallo diventa quindi trasparente, rivelando il bianchissimo scheletro di carbonato di calcio.
Il risultato di questo processo è un generale indebolimento del corallo che lo rende più esposto a infezioni e parassiti. Proprio per la loro suscettibilità alle variazioni di temperature, le barriere coralline sono diventate il simbolo del cambiamento climatico e una delle immagini ricorrenti della Cop29 in corso a Baku, dove i potenti della Terra, tra cui il governo Australiano, dovranno decidere quanto impegnarsi per fermare questo processo.