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7 Febbraio 2025
17:37

Troppi elefanti in Thailandia: arriva una “pillola” anticoncezionale per ridurre i conflitti con gli umani

Entro la fine dell'anno, è prevista la somministrazione sperimentale di una "pillola" contraccettiva per circa 20 femmine. L'obiettivo è controllare le nascite e ridurre i conflitti con le attività umane. Con le foreste sempre più ridotte e l'urbanizzazione che avanza, la convivenza tra umani ed elefanti sta diventando sempre più difficile.

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Entro la fine dell’anno, partirà un piano che prevede l’utilizzo di contraccettivi su alcune femmine per ridurre il numero delle nascite

La Thailandia ha annunciato che metterà in pratica un piano sperimentale che prevede l'utilizzo di una "pillola" contraccettiva per il controllo della crescita della popolazione di elefanti. Nonostante l’elefante asiatico sia considerato una specie in pericolo, secondo le autorità thailandesi il numero di pachidermi nel paese è aumentato rapidamente, con un inevitabile inasprimento dei conflitti con le attività umane e le comunità locali. Si tratta di un piano mai messo in pratica fino a oggi in Asia e non mancano polemiche e dubbi sulla sua reale efficacia.

Perché in Thailandia la convivenza tra umani ed elefanti è problematica

Secondo le autorità thailandesi, la popolazione di elefanti asiatici cresce a un ritmo dell'8% ogni anno. Questo incremento sta mettendo sotto pressione gli habitat forestali, spingendo gli animali a uscire dalle aree protette e ad avvicinarsi sempre più spesso ai centri abitati. Il risultato? Campi coltivati devastati, case distrutte e, nei casi più gravi, incidenti mortali. Solamente nel 2023, sono stati registrati 4.700 episodi di conflitti nella regione dell'Eastern Forest Complex, l’area più problematica del Paese, con un bilancio di 19 vittime e centinaia di feriti.

L'espansione delle attività umane a discapito delle foreste ha poi ridotto e frammentato ulteriormente gli habitat naturali degli elefanti, riducendo lo spazio e le risorse naturali e inasprendo i conflitti. Contemporaneamente, le coltivazioni di canna da zucchero e altri frutti altamente energetici attirano sempre più spesso gli animali fuori dalle foreste: se in natura impiegherebbero ore a trovare da mangiare, nelle piantagioni e nei campi coltivati trovano cibo in abbondanza e in pochi minuti.

Il piano del governo Thailandese: "pillola" per circa 20 femmine di elefante

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Gli elefanti asiatici sono considerati una specie in pericolo di estinzione, ma secondo le autorità locali in Thailandia aumentano au ritmo dell’8% ogni anno

Per cercare di ridurre i conflitti e gestire meglio la popolazione di elefanti, il Dipartimento dei Parchi Nazionali (DNP) ha deciso di sperimentare la somministrazione di contraccettivi su un piccolo gruppo di elefantesse. Il farmaco scelto si chiama SpayVac, ed è un contraccettivo già utilizzato in passato con gli elefanti africani in Sudafrica. Dopo un primo test effettuato su sette elefantesse in cattività, che non hanno mostrato effetti negativi, il piano prevede ora di trattare circa 20 femmine che hanno già avuto cuccioli.

Il contraccettivo verrà somministrato tramite un'iniezione a distanza, generalmente nel fianco o nella zampa anteriore, e avrà una durata di sette anni. Durante questo periodo, i veterinari monitoreranno attentamente gli animali, analizzando i livelli ormonali per valutare eventuali effetti collaterali. Come riportato dal Guardian, l'obiettivo del DNP non è fermare la riproduzione degli elefanti, ma solo rallentarla leggermente per ridurre i conflitti tra attività umane e fauna selvatica.

Per alcuni si tratta di una misura controversa e non efficace

L'idea di somministrare contraccettivi agli elefanti non è stata accolta da tutti con entusiasmo. Alcuni attivisti hanno sollevato dubbi sulla mancanza di studi a lungo termine sugli effetti del farmaco, mentre altri sottolineano che il problema principale resta la distruzione dell'habitat. Secondo Taan Wannagul, ricercatore dell'Eastern Elephants Education Centre, ritiene invece che la soluzione debba passare anche attraverso un miglioramento delle condizioni di vita degli elefanti nelle foreste e una maggiore collaborazione con le comunità locali.

Come riportato sempre dal Guardian, si sta per esempio valutando l'introduzione di incentivi economici per incoraggiare i coltivatori a ridurre le dimensioni delle piantagioni più esposte agli attacchi degli elefanti. Un'altra proposta riguarda i lavoratori delle piantagioni di alberi della gomma, che spesso lavorano di notte, quando gli elefanti sono più attivi. Offrire compensazioni economiche potrebbe aiutarli a cambiare l'orario di lavoro, riducendo così il rischio di incontri pericolosi con i pachidermi.

La ricerca di una difficile armonia tra conservazione e attività umane

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Con le foreste sempre più ridotte e l’urbanizzazione che avanza, gli incidenti e i conflitti con le attività umane aumentano

In Thailandia vivono circa 4.400 elefanti asiatici, la metà dei quali vive in cinque grandi complessi forestali. Tutelare questi animali, senza però mettere in pericolo le comunità locali, è però una sfida estremamente complessa. Per questo il governo sta provando ad adottare un approccio multiplo: oltre ai contraccettivi, si stanno potenziando le reti di monitoraggio, costruendo barriere fisiche e istituendo zone di cuscinetto dove gli elefanti sono più inclini a uscire dalle foreste.

La questione rimane comunque molto difficile e controversa, anche per il valore culturale che ricoprono questi animali. L'elefante è il simbolo nazionale della Thailandia, un animale che incarna storia e tradizione e rimane in ogni caso una specie considerata in pericolo di estinzione dalla IUCN. La sperimentazione inizierà entro fine anno, ma resta un interrogativo: sarà davvero utile per migliorare la coesistenza tra umani ed elefanti? Oppure si rivelerà solo un palliativo di fronte alla necessità di un ripensamento più ampio sulla gestione del territorio?

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