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15 Aprile 2025
12:15

Trafficanti di formiche sorpresi con centinaia di insetti. Perché lo fanno: “É un caso epocale”

Il 14 aprile le autorità del Kenya hanno scoperto un traffico di animali selvatici fuori dal comune: quattro uomini hanno provato a contrabbandare centinaia di formiche di specie rara: le Messor cephalotes.

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Un traffico di animali selvatici fuori dal comune quello che si è verificato in Kenya il 14 aprile: quattro uomini hanno provato a contrabbandare centinaia di formiche. È successo a Nairobi, dove durante alcuni controlli gli operatori hanno scoperto numerose provette con cotone idrofilo piene di formiche, alcune di specie rara.

Il Kenya Wildlife Service, l'ente che si occupa di proteggere la fauna selvatica del paese è decisamente più abituato a salvaguardare leoni ed elefanti, per questo ha descritto questo come un "caso epocale".

Perché i contrabbandieri hanno cercato di rubare centinaia di formiche

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I contrabbandieri avevano già prelevato e chiuso le formiche in provette e siringhe quando sono stati scoperti dalle autorità

Quattro uomini si sono dichiarati colpevoli in Kenya di aver tentato di contrabbandare fuori dal Paese centinaia di formiche molto ricercate. Gli indagati – due cittadini belgi, uno vietnamita e uno keniota – sono stati accusati di traffico illegale e biopirateria di formiche vive.

Gli arresti sono stati effettuati dopo che le autorità hanno intercettato formiche regine vive nascoste in provette e siringhe appositamente modificate per poterle trasportare per almeno due mesi.

"Questo costituisce anche un caso di biopirateria – spiegano dal Kenya Wildlife Service – in quanto comporta l'accesso illegale e il tentativo di esportazione di risorse genetiche del Kenya, in diretta violazione della
legge nazionale e del Protocollo di Nagoya".

Il Protocollo di Nagoya è stato realizzato nel 2010 come accordo supplementare alla Convenzione sulla diversità biologica, e stabilisce le modalità per l'accesso alle risorse genetiche e l'equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo. Tra le "risorse genetiche" sono comprese anche specie selvatiche autoctone come la formica Messor cephalotes, ritenuta "ecologicamente significativa" per il Kenya.

Le indagini hanno rivelato che le provette erano state progettate per trasportare le formiche fino a due mesi ed eludere i controlli di sicurezza aeroportuale, compresi gli scanner a raggi X. Per mantenere le formiche in vita durante il trasporto è stato utilizzato del cotone idrofilo, il che secondo il Kenya Wildlife Service indica "un'operazione di traffico premeditata e ben eseguita".

Gli indagati sono entrati in Kenya con visti turistici e secondo i rapporti dell'Intelligence, intendevano contrabbandare le formiche nei mercati di animali esotici di più alto valore come Europa e Asia, dove la domanda di specie rare di insetti è in aumento. Una novità rispetto ad altri traffici come quello dei grandi felini o degli elefanti, ben noti alle autorità kenyote.

I contrabbandieri speravano di guadagnare parecchio attraverso il traffico di formiche, col beneficio secondario di correre rischi molto inferiori rispetto ad altri business illeciti più noti e quindi attenzionati dalle Forze dell'Ordine.

Fino a 200 euro per una formica: perché questa specie rara costa così tanto

Tra le merci di contrabbando più preziose c'erano le formiche Messor cephalotes, il cui valore sul mercato occidentale può arrivare fino a 200 euro per singolo esemplare. Un guadagno assicurato dato che sono particolarmente apprezzate dai collezionisti per il loro comportamento unico: queste sono infatti capaci di costruire colonie molto complesse e anche di tenere sotto controllo i parassiti all'interno delle serre.

Queste caratteristiche le rendono oggetto di commercio illecito sui mercati esteri più spesso rispetto ad altre specie. "Questo caso mette in luce una crescente minaccia globale: la biopirateria delle specie autoctone – ha sottolineato il Kenya Wildlife Service indica –  Per biopirateria s'intende lo sfruttamento commerciale o l'esportazione di materiali biologici come piante, animali e microrganismi senza un'equa condivisione dei benefici con il Paese di origine. In questo caso, la raccolta e l'esportazione non autorizzate di Messor cephalotes non solo mina i diritti del Kenya sulla sua biodiversità, ma priva anche le comunità locali e gli istituti di ricerca di potenziali benefici ecologici ed economici".

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