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24 Aprile 2025
16:02

Tra i lemuri comandano le femmine, ma c’è chi ha raggiunto la parità di genere grazie all’ormone dell’amore

Nel mondo dei lemuri, sono spesso le femmine a comandare sui maschi, ma alcune specie hanno sviluppato un rapporto tra i sessi molto più equilibrato ed egualitario, raggiungendo un sorta di "parità di genere" anche grazie all'ossitocina, l'ormone dell'amore.

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in alcune specie di lemuri, come Eulemur collaris, maschi e femmine hanno gli stessi "diritti" e nessuno dei due si impone sull’altro. Foto da Wikimedia Commons

Tra i primati non umani, i lemuri occupano un posto tutto loro e rappresentano un piccolo universo a parte. Vivono esclusivamente in Madagascar, dove l'isolamento prolungato ha permesso l'evoluzione di caratteristiche e comportamenti spesso molto distanti da quelli di tutte le altre specie. Quella dei lemuri è infatti una storia evolutiva unica, in cui molte specie vivono in società "comandate" non da grossi maschi dominanti, ma dalle femmine.

Nella società dei lemuri, spesso comandano le femmine

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In molte specie di lemuri le femmine dominano i maschi, spesso con comportamenti aggressivi. Foto da Wikimedia Commons

In molte specie di lemuri – come i famosi lemuri dalla coda ad anelli – le femmine non solo occupano le posizioni gerarchiche più importanti, ma esercitano anche un controllo costante, spesso fisico, sui maschi. Non è raro vederle conquistare il cibo migliore o i posatoi più comodi per riposare, magari con un colpetto, un morso o una rincorsa intimidatoria. E no, non lo fanno solo per proteggere i loro piccoli: a volte l'aggressività è del tutto gratuita, come un promemoria per far capire chi comanda davvero.

Ma non tutte le società di lemuri sono così. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Biology Letters e condotto dai ricercatori della Duke University ha messo in luce un'evoluzione sorprendente all'interno di un ramo specifico dell'albero genealogico dei lemuri: alcune specie del genere Eulemur, nel corso dell'ultimo milione di anni, hanno sviluppato relazioni tra i sessi molto più equilibrate ed egualitarie, raggiungendo un sorta di "parità di genere".

La "parità di genere" grazie all'ormone dell'amore, l'ossitocina

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Le specie appartenenti al genere Eulemur possiedono una quantità maggiore di recettori per l’ossitocina nel cervello. Foto da Wikimedia Commons

Prendiamo per esempio i lemuri dal collare (Eulemur collaris). In questa specie, maschi e femmine condividono serenamente risorse e status sociale in modo completamente paritario. Nessuna imposizione fisica, nessuna prevaricazione. "È un campo di gioco più equilibrato", ha spiegato in un comunicato Allie Schrock, prima autrice dello studio. Ma cosa ha favorito questa evoluzione? La risposta, almeno in parte, si trova nel cervello e in una sostanza ben nota anche a noi umani: l'ossitocina, il cosiddetto "ormone dell'amore".

Utilizzando una tecnica chiamata autoradiografia, i ricercatori hanno analizzato il cervello di sette specie appartenenti al genere Eulemur, grazie ai tessuti prelevati da animali morti per cause naturali e congelati al Duke Lemur Center. Hanno scoperto che le specie più recenti ed egualitarie possiedono una quantità maggiore di recettori per l'ossitocina, in particolare nella regione del cervello chiamata amigdala, la stessa che, negli esseri umani, è associata a emozioni come paura, ansia e rabbia.

Come il cervello regola il comportamento

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Avere più recettori per l’ossitocina sembrerebbe incentivare comportamenti più pacifici e cooperativi tra i due sessi. Foto da Wikimedia Commons

Semplificando un po', avere più "bersagli" per l'ossitocina sembrerebbe incentivare comportamenti più pacifici e cooperativi. E questo vale per entrambi i sessi. La "parità di genere", in questi lemuri, non è nata perché i maschi hanno deciso di diventare più aggressivi per rivendicare spazio, ma perché tutti – maschi e femmine – hanno abbassato i toni. Le implicazioni di questa scoperta vanno inoltre ben oltre i confini del Madagascar, e potrebbero migliorare lo studio di disturbi del comportamento legati all'aggressività e alla socialità, come l'autismo.

Restando invece tra i primati non umani, il prossimo passo sarà approfondire il legame tra questi recettori e altri aspetti della vita sociale dei lemuri, come il grado di socialità o l'organizzazione del gruppo. "C'è ancora molto che possiamo imparare dai lemuri su come il cervello regola il comportamento", ha concluso Schrock. E forse, osservando da vicino questi nostri lontanissimi cugini, potremmo magari capire un po' meglio anche noi stessi.

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