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Continua a crescere il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 7.7 che il 28 marzo ha colpito il Myanmar. Secondo gli ultimi dati diffusi dalle autorità militari, sono più di mille le persone che hanno perso la vita, ma il timore degli esperti è che possano arrivare fino a 10mila.
Davanti a una simile tragedia i governi dei vicini paesi del Sud Est Asiatico stanno inviando i primi aiuti. Tra questi c'è anche Singapore, che attraverso il dipartimento di Civil Defense Force la mattina del 29 marzo ha inviato un contingente di 80 membri formato da paramedici, soccorritori e anche cani da ricerca. Questi ultimi sono una risorsa imprescindibile nei teatri di disastri naturali come quello del Myanmar, e il loro apporto è fondamentale per permettere di salvare le migliaia di dispersi che si trovano ancora sotto le macerie.
Chi sono i cani inviati in Myanmar da Singapore

Dal Singapore Civil Defence Force sono stati inviati in Myanmar quattro cani insieme ai loro conduttori per svolgere insieme le operazioni di ricerca e salvataggio nei luoghi più colpiti dal disastro. Il contingente è partito dall'aeroporto di Changi alle 13.20 del 29 marzo con una serie di attrezzature portatili per la ricerca e il soccorso urbano, oltre al personale specializzato e paramedici. In queste ore più che mai si sta scavando tra le macerie degli edifici alla disperata ricerca di sopravvissuti.
La funzione principale dei 4 cani inviati insieme ai loro conduttori in Myanmar è proprio quella di cercare i dispersi, ma davanti a una tragedia di tale portata gli animali offrono anche un supporto emotivo a chi è in attesa di notizie, ai sopravvissuti, e agli operatori stessi. Si tratta di un compito collaterale ben noto a chi si è trovato a prestare servizio sul campo, come spiega la Vigile del Fuoco italiana Viviana Codazza, che ha vissuto come operatrice cinofila il crollo del Ponte Morandi nel 2018: "Lo stress è molto alto per chi si trova sul campo. Per questo da cinofila sento di svolgere un duplice compito: da un lato salvare le vite delle persone sotto le macerie, dall'altro fornire supporto emotivo. Le vittime che venivano estratte dalle macerie sul momento erano sfinite e sotto choc e quasi non prestavano attenzione a chi le salvava. Chi cercava attivamente i cani per una carezza e avere un momento di respiro erano anche i colleghi sfibrati da quello che vedevano, e che nonostante le difficoltà continuavano a soccorrere chi era vivo, e a recuperare chi ormai non c'era più".
A svolgere anche questo compito in Myanmar saranno Ted, Quince, Frenchie, Rizzo, i 4 cani inviati da Singapore. Altri contingenti dai paesi del Sud Est Asiatico sono attesi nelle prossime ore sia in Myanmar che in Thailandia, nella città Bangkok, dove le scosse hanno ucciso nove persone, mentre 49 risultano disperse.
Come fanno i cani da ricerca a ritrovare le persone sotto le macerie
I cani da ricerca riescono a raggiungere luoghi inaccessibili anche all'operatore più esperto e riescono davvero la differenza su questi scenari. Grazie al suo olfatto un cane adeguatamente formato è in grado di trovare e segnalare la presenza di persone sotto cumuli di detriti con altissima precisione.
Questa capacità è particolarmente preziosa in presenza di disastri urbani come quello che ha raso al suolo gli edifici delle principali città del Myanmar. In questo caso il cane lavora prevalentemente con una metodologia detta "a scovo", cioè in presenza di macerie da terremoto o altri disastri ricerca i sopravvissuti, e non una singola persona.
Questa operazione è chiamata "bonifica" dagli addetti ai lavori. Il primo passo è dividere l'area delle macerie in settori, ad ognuno sono assegnate una o più squadre composte da un cane e da una persona. L'operatore libera il cane e questo grazie al fiuto cerca la presenza di persone sotto i detriti, dopodiché li segnala con l'abbaio. A quel punto interviene l'operatore umano.
Per riuscirci i cani seguono il cono d’odore fino a risalire al vertice, cioè il disperso. Durante l'attività di bonifica i cani riescono anche a capire se si tratta di persone ferite oppure morte, perché sono in grado di riconoscere la cosiddetta "posizione da infortunio" della persona che si trova in posizione fetale. Quando una persona si muove rilascia continuamente particelle odorose che si disperdono nell’ambiente e vengono influenzate da fattori come il vento, la temperatura e l’umidità. Queste particelle creano il "cono odoroso".

Nel caso della ricerca tra le macerie, il cane non segue una traccia precisa lasciata dal movimento della persona, bensì percepisce l'odore che fuoriesce dai detriti e si concentra sulle zone dove è più intenso, segnalando la presenza di una possibile vittima. In questo tipo di scenario, il cono odoroso è influenzato dalla struttura delle macerie e dalla ventilazione, per cui il cane deve lavorare adattandosi alle correnti d'aria che trasportano le particelle odorose.
Questo tipo di operazione viene spesso associata ai "cani molecolari", come se esistesse una categoria speciale di cani con un olfatto eccezionale, in realtà tutti i cani possiedono la capacità di percepire singole molecole odorose. L’olfatto canino è straordinariamente sviluppato e consente di individuare tracce che per noi esseri umani sarebbero impercettibili. Questa capacità viene sfruttata attraverso un percorso di formazione specifica nei cani da ricerca, ma non attribuisce capacità particolari all'animale.
È la combinazione tra l’incredibile olfatto canino e l’addestramento mirato a fare dei cani da ricerca uno strumento insostituibile nelle operazioni di soccorso. La loro capacità di lavorare in ambienti complessi e la loro determinazione nel seguire la traccia olfattiva sono ciò che li rende fondamentali per salvare vite umane in situazioni di emergenza.