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28 Ottobre 2024
16:17

Stare in gruppo ti allunga la vita: i vantaggi della socialità per gli animali

Un nuovo studio dell'Università di Oxford dimostra che le specie animali più sociali, dagli invertebrati ai mammiferi, tendono a vivere più a lungo e a riprodursi per un arco di tempo maggiore rispetto a quelle solitarie.

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La socialità è una delle forze evolutive più potenti del regno animale e influenza profondamente la vita e il destino delle singole specie, sia nel bene che nel male. Un nuovo studio condotto dall'Università di Oxford e pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society B, ha infatti svelato che le specie più sociali tendono a vivere più a lungo e a riprodursi per un arco di tempo maggiore rispetto a quelle più solitarie. Questa nuova ricerca, la prima a coprire un numero enorme e diversificato di gruppi animali, dai coralli agli esseri umani, offre una nuova prospettiva sia sui vantaggi che sui costi in termini evoluzionistici della vita di gruppo.

I vantaggi e gli svantaggi del vivere in gruppo

Ma cosa significa davvero "essere sociali" per una specie animale? Il vivere in gruppo offre da sempre diversi vantaggi agli animali. Tra questi, c'è sicuramente la condivisione delle risorse e delle informazioni come cibo, rifugi e territori, Inoltre, la vita di gruppo migliora la protezione dai predatori, grazie sia una vigilanza collettiva che rende più difficile per un predatore più difficile avvicinarsi inosservato, ma anche alla difesa del gruppo o, più semplicemente, dei numeri. Stare insieme può essere anche vantaggioso per garantire la svezzamento e la sopravvivenza della prole, anche grazie alle cure parentali condivise.

Tuttavia, essere sociali ha anche i suoi lati negativi. Vivere in gruppi affollati può per favorire la diffusione di malattie, cosa che abbiamo sperimentato anche noi stessi con la pandemia da COVID-19. Inoltre, non sempre i propri simili sono così felici di stare tutti insieme. Vivere in grossi numeri aumenta inevitabilmente la competizione per il cibo o per il partner, portando a pericolosi conflitti che possono persino costare la vita ai singoli individui, in particolare in quelle specie dove i gruppi seguono rigide gerarchie sociali. Tutti questi fattori, variano però notevolmente tra le singole specie e finora in pochi aveva studiato i vantaggi della socialità in senso più generale e ampio tra gli animali.

Un nuovo sguardo più ampio sulla socialità degli animali

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Questo nuovo studio dell'Università di Oxford ha messo quindi da parte le singole specificità di ogni specie o gruppo animale, effettuando un'analisi estesa su bene 152 gruppi animali diversi, dai mammiferi agli insetti, passando per uccelli, coralli e altri gruppi tassonomici. Questo approccio ha permesso così di individuare gli schemi comuni legati alla socialità in praticamente tutta la diversità del regno animale. I risultati sono stati piuttosto chiari: le specie più sociali non solo vivono più a lungo, ma tendono anche a raggiungere la maturità sessuale più tardi e a riprodursi con maggiore successo rispetto alle specie solitarie.

Questi vantaggi si traducono in una maggiore resilienza di gruppo, che può fare la differenza in un ambiente in costante mutamento. Tuttavia, gli animali sociali possono incontrare maggiori difficoltà nel fronteggiare i cambiamenti ambientali più rapidi, dove spesso è la capacità di adattamento individuale a fare la differenza. Questa nuova scoperta supporta l'ipotesi che, anche se la socialità comporta alcuni costi evidenti, i benefici complessivi sono nettamente maggiori. Stare insieme, grazie per esempio alla protezione e al supporto del gruppo, ti permettere di vivere una vita più lunga, di riprodurti più a lungo e raggiungere, inoltre, la senescenza.

Diverse sfumature di socialità: animali sociali, gregari, coloniali

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è inoltre il riconoscimento dell'assenza di una dicotomia tra l'essere sociali o solitari. Non esistono solamente gli animali sociali e quelli non sociali, ma un continuum sfumato e variegato che va dalla solitudine, come per esempio nel caso delle tigri, ai gruppi sociali più organizzati, come elefanti, cetacei e primati. In mezzo, ci sono gli animali gregari, come grandi erbivori delle pianure africane, quelli comunitari che si riproducono tutti insieme, come gli uccelli marini, e quelli coloniali, come per esempio le vespe e i polipi che formano i coralli.

Questa visione più grigia e sfumata consente di comprendere meglio come le diverse specie traggano vantaggio dalla socialità in modi differenti, permettendo di tracciare confini più chiari e di individuare schemi ricorrenti e limiti. Roberto Salguero-Gómez, autore dello studio, sottolinea come la socialità sia quindi un aspetto fondamentale per molte specie animali, inclusi noi esseri umani. In un'epoca post-pandemia, dove gli effetti dell'isolamento sociale sono stati evidenti per tutti, queste scoperte offrono uno spunto di riflessione sull'importanza delle interazioni sociali. «Essere più sociali è associato a benefici concreti», ha detto Salguero-Gómez, «anche se la socialità comporta dei costi, i vantaggi complessivi sono più grandi».

Cosa resta da scoprire sulla socialità

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La ricerca coordinata da Salguero-Gómez continuerà, con l'obiettivo di espandere il database utilizzato e integrare i dati anche con osservazioni sul campo, esperimenti di laboratorio e modelli matematici. L'obiettivo è capire ancora meglio come le popolazioni di animali sociali possano reagire per esempio agli effetti dei cambiamenti climatici e alle altre sfide ambientali globali rispetto a quelle solitarie, così da migliorare anche le strategie in ottica di conservazione.

In ogni caso, questo studio non solo allarga le nostre conoscenze sulla socialità nelle specie animali, ma ci ricorda anche il valore e l'importanza delle connessioni sociali, non solo per la sopravvivenza delle specie, ma anche per il benessere dei singoli individui. Stare insieme non è solo una scelta: è una strategia di vita che, nel corso dell'evoluzione, si è dimostrata più volte vincente e che forse tentiamo a sottovalutare.

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