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22 Gennaio 2025
17:34

Sperimentazione animale: prosegue il braccio di ferro tra l’associazione animalista Lav e l’azienda Aptuit

Il Consiglio di Stato ha trasmesso alla Procura di Verona e al Ministero della Salute gli atti relativi alla vicenda Aptuit, azienda del Veronese che impiega roditori, scimmie e cani di razza Beagle per la sperimentazione. Prosegue il braccio di ferro tra l'azienda e l'associazione animalista Lav.

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Il Consiglio di Stato ha trasmesso alla Procura della Repubblica di Verona e al Ministero della Salute gli atti relativi alla vicenda Aptuit, azienda del Veronese che impiega roditori, scimmie e cani di razza Beagle per la sperimentazione.

La vicenda inizia ad aprile 2024, quando furono sequestrati venticinque animali utilizzati a fini scientifici presenti negli stabulari dell'azienda di via Fleming. Da quel momento la ripresa della sperimentazione è stata oggetto di una serie di ricorsi e contro ricorsi alla giustizia amministrativa da parte dell'associazione di tutela animale Lav e della stessa Aptuit.

Il braccio di ferro non si è concluso neanche oggi. Nella sua nuova pronuncia il Consiglio di Stato ha demandato le valutazioni sulle modalità con cui erano gestiti gli animali alla Procura di Verona e al capo dipartimento One Health del Ministero della Salute, Giovanni Leonardi.

La vicenda Aptuit e la sperimentazione sui Beagle

Come si legge sul loro sito, Aptuit si occupa di sviluppare e produrre farmaci per conto di una «rete di partner che include tutte le 20 principali aziende farmaceutiche e oltre 800 aziende biotecnologiche, istituzioni accademiche e altri partner del settore sanitario». Per farlo, l'azienda del gruppo tedesco Evotec si avvale anche della sperimentazione su animali come roditori, primati non umani, e Beagle.

A seguito dell'intervento delle Forze dell'Ordine, il Tar del Lazio sospese per sei mesi gli esperimenti sugli oltre 2mila cani dell'azienda a causa di «gravi illegittimità commesse all’interno dello stabulario», tali secondo i giudici da pregiudicare il benessere degli animali. Successivamente anche il Consiglio di Stato confermò la decisione con cui il Tar del Lazio aveva negato la ripresa delle attività sugli animali.

Le sperimentazioni su circa 1.600 cani però sono riprese a luglio 2024, quando lo stesso Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell'azienda veronese.

Lav: «Stop alle sofferenze su esseri senzienti»

La Lav ha fatto sapere di aver accolto positivamente la decisione del Consiglio di Stato di «non chiudere il caso, ma di segnalarlo alla Procura di Verona già da tempo impegnata sul filone penale del procedimento sempre a carico dell’azienda scaligera».

«Le azioni legali di Lav in merito al noto caso contro l’azienda Aptuit non si sono infatti mai fermate – ricordano dall'associazion – Lo scorso 15 luglio, Lav ha reso nota la decisione del Consiglio di Stato di riprendere il progetto sospeso dal Tar che prevedeva l’utilizzo di 1.600 cani per invasivi test tossicologici. Infatti, in quel frangente, il massimo organo di giustizia amministrativa aveva consentito la temporanea ripresa dell’autorizzazione ma, escludendo il Ministero da eventuali controlli, aveva affidato al CUFA, Carabinieri unità forestali, ambientali e agroalimentari, il compito di svolgere ispezioni periodiche e senza preavviso per verificare che quanto previsto dalla legge venisse finalmente rispettato in vista dell’udienza avvenuta il 16 dicembre».

Nonostante siano spesso individui destinati alla morte, anche per questi esistono degli standard minimi di benessere definiti proprio dall'Unione Europea. Parametri che però, secondo Lav, non sarebbero stati rispettati: «Le ispezioni condotte dai Carabinieri richieste dal Consiglio di Stato e la relazione del veterinario incaricato dal CUFA per una relazione tecnica all’interno del centro di vivisezione hanno fatto emergere la persistenza di “gravi e plurime violazioni della normativa di settore” a carico dei cani ancora stabulati nei laboratori di Aptuit».

Da sempre la Lav, nata negli anni Settanta come Laga anti-vivisezione si batte perché le sperimentazioni sugli animali abbiano termine.

La risposta di Aptuit: «Livello di benessere il più elevato possibile»

Sella vicenda è intervenuta anche la stessa azienda attraverso la sua amministratrice delegata, Maria Pilla: «Aptuit evidenzia che nel procedimento avanti al Consiglio di Stato sono state svolte verifiche sull’attività della società, sulle quali il Consiglio di Stato non si è espresso ma ha demandato le valutazioni del caso, per competenza, alla Procura e al Ministero della Salute».

Aptuit osserva inoltre che le verifiche, disposte dal Consiglio di Stato nell’ordinanza del luglio 2024 con cui ha accolto l’appello presentato da Aptuit contro la sospensione delle attività di ricerca scientifica decretata dal Tar del Lazio su richiesta di Lav, sono state svolte «prima da una veterinaria che è risultata non imparziale, e per questo è stata sostituita, e poi da una veterinaria priva di competenze specifiche nella complessa materia che – sorprendentemente – ha redatto le proprie valutazioni solo sulla base di documentazione ricevuta, senza svolgere alcun sopralluogo presso la sede di Aptuit».

«Le valutazioni della veterinaria – prosegue – sono state tutte ampiamente confutate sia da Aptuit, con l’ausilio della consulenza tecnica del prof. Angelo Peli, uno dei massimi esperti nazionali in materia, sia dal Ministero della Salute, che è l’amministrazione preposta alle autorizzazioni e ai controlli. Inoltre, la situazione di piena conformità delle attività della società è stata confermata anche dalla ULSS 9 di Verona, che svolge regolari ispezioni nei laboratori».

Aptuit ha ribadito inoltre che «il centro di ricerca di via Fleming a Verona – centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale – opera sulla base di autorizzazioni rilasciate dal Ministero della Salute sulla base di un iter rigorosissimo che richiede tra l’altro il parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità», e che «la sua gestione degli animali da laboratorio impiegati in procedure scientifiche è sempre stata indirizzata a perseguire il più elevato livello di benessere possibile, secondo quanto disposto dalla legge».

Infine la stoccata alla Lav, le cui iniziative, secondo Aptuit «non paiono volte alla tutela del benessere degli animali, come questa afferma, ma a piuttosto a ottenere la cessazione dell’utilizzo degli animali ai fini di ricerca. Tuttavia il loro impiego è purtroppo ancora necessario e richiesto per legge, per lo sviluppo e l’autorizzazione al commercio di nuovi farmaci per la cura di malattie gravi e invalidanti. Le iniziative di Lav rischiano di pregiudicare la ricerca di nuovi farmaci in Italia, la tutela della salute umana e di levare le speranze di guarigione ai malati ancora affetti da malattie non curabili».

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