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È ancora aperta la vicenda dell'allevamento di Husky sequestrato di Ponzano Romano, in provincia di Roma, che dal 2021 è al centro una lunga vicenda giudiziaria. La mattina del 18 febbraio l'Asl e i Carabinieri Forestali sono entrati nella struttura per una nuova operazione.
Ad accendere i riflettori sugli animali è stata la segretaria nazionale REA, Gabriella Caramanica: "Ci auspichiamo che dopo gli accertamenti della Asl veterinaria effettuati dopo ben due anni vengano attuali provvedimenti definitivi al fine di mettere in sicurezza i cani, attualmente detenuti in condizioni inaccettabili e contrarie alle normative vigenti sul loro benessere". Secondo REA gli Husky sarebbero stati "dimenticati per anni" dalle autorità che prima li hanno salvati e poi abbandonati.
Nel 2023, infatti, il Consiglio di Stato aveva sancito che i cani all'interno della struttura avrebbero dovuto essere solo 3 fattrici e i loro cuccioli. Una situazione che secondo REA è molto lontana dalla realtà trova da Asl e Carabinieri durante l'ispezione.
La vicenda dell'allevamento e dei cani dimenticati
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L'allevamento era stata sequestrata per la prima volta nel 2021, quando i Carabinieri della Stazione di Ponzano Romano insieme ai Carabinieri Forestali di Sant’Oreste trovarono 110 cani nella struttura che avrebbe potuto contenerne la metà. Oltre a trovarsi in situazione di degrado, in gabbie piccole e pessime condizioni igieniche, sul posto i militari hanno trovato anche un cane deceduto da diversi giorni che però nessuno aveva rimosso.
Con il tempo l'ipotesi di reato di maltrattamento a carico dei proprietari dell'allevamento è decaduta, e sono quindi riusciti a ottenere il dissequestro nel 2023, tuttavia una successiva ordinanza comunale ne aveva sancito la irregolarità strutturale. A seguito di nuovi ricorsi dei proprietari, nel maggio 2024 una sentenza del Consiglio di Stato ha disposto che il numero di cani al suo interno fosse limitato a 3 fattrici e i loro cuccioli. Secondo i cittadini di Ponzano Romano, però, gli animali avrebbero continuato a riprodursi, e questo ha portato a una serie di denunce e segnalazioni alle Forze dell'Ordine culminate con l'operazione del 18 febbraio.
Secondo REA, al momento, l'allevamento ospiterebbe ben 220 cani: "Dopo il nostro esposto ci era pervenuta notizia informale per cui la Procura sembrerebbe avere difficoltà ad intervenire per carenze di fondi del Comune di Ponzano per cui dovrebbe essere il partito politico ad intervenire presso le associazioni di volontariato che a loro volta si dovrebbero prendere in carico gratuitamente oltre 220 cani. Non potendo più tollerare l’inerzia della burocrazia su una questione così grave abbiamo sollevato la questione sul ruolo della Asl in quanto è inaccettabile che, nonostante le prove evidenti delle condizioni precarie in cui versano i cani, non siano ancora stati presi provvedimenti concreti".
Proprio in ragione dell'elevato numero di cani, l'allevamento potrebbe essere diventato un tema scottante. Quando vengono sequestrati, infatti, i cani devono essere mantenuti dalla Procura che ha disposto il provvedimento oppure dall'amministrazione comunale competente.
Cosa succede agli animali sequestrati
Il sequestro di uno o più cani può rendersi necessario in diversi casi, il più comune è quello del maltrattamento. Secondo l'articolo 544 ter del Codice penale si macchia di questo delitto "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche".
Ma nei casi degli allevamenti anche le irregolarità strutturali possono dare luogo a un sequestro se gli spazi non sono idonei. In ogni caso, accertare la verità giudiziaria è un processo che può durare anche diversi anni.
In questo lasso di tempo gli animali sequestrati dalla Procura vengono affidati dal Comune competente sul quale ricadono tutte le spese di mantenimento. Queste possono arrivare in pochi mesi anche a diverse decine di migliaia di euro, rappresentando un costo importante per le amministrazioni più piccole.