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11 Novembre 2024
15:59

Sospeso l’abbattimento dei cervi d’Abruzzo: arriva la decisione del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha sospeso l'abbattimento di quasi 500 cervi deciso dalla Regione Abruzzo. Ora sarà nuovamente il Tar Abruzzo a doversi pronunciare nel merito della questione.

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Il Consiglio di Stato ha sospeso l'abbattimento dei cervi d’Abruzzo. È la decisione dei arrivata dopo l'udienza del 7 novembre scorso. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni Wwf, Lav, e Lndc Animal Protection.

I giudici hanno ribaltato l'ordinanza del Tar Abruzzo che precedentemente aveva rigettato il ricorso delle associazioni contrarie all'abbattimento degli animali. Ora sarà di nuovo il Tar che dovrà pronunciarsi nel merito.

Al centro del contenzioso c'era la delibera con cui la giunta della Regione Abruzzo aveva deciso di dare il via libera alla caccia ai cervi a causa dei danni all'agricoltura e agli incidenti stradali provocati dal sovrannumero di ungulati. Per gli attivisti però si trattava di una scelta di scarso valore scientifico.

Il Consiglio di Stato sospende l’abbattimento dei cervi: le motivazioni

La Sesta sezione del Consiglio di Stato ha sospeso il provvedimento accogliendo l'appello delle associazioni animaliste e ambientaliste che ritenevano anti scientifiche le ragioni dell'amministrazione abruzzese.

Lo scorso 8 agosto una delibera adottata dalla giunta regionale abruzzese aveva decretato il via all'abbattimento di quasi 469 cervi all'interno di due aree comprese tra Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, tutte al di fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue. Il ricorso delle associazioni era stato inizialmente respinto dai giudici del Tar Abruzzo, e la questione era poi arrivata al Consiglio di Stato.

Ora però saranno nuovamente i giudici del Tar Abruzzo a pronunciarsi sugli abbattimenti, questa volta con il pesante precedente del Consiglio di Stato, come fa notare Michele Pezone, l’avvocato che ha curato il ricorso presentato dalle associazioni: «Si tratta di un precedente importante per chiarire che la programmazione venatoria deve essere fondata su dati certi, raccolti nelle modalità previste dalla legge. Cosa che non è avvenuta in questo caso, come conferma questa pronuncia del Consiglio di Stato. Una pronuncia che potrà valere anche per altre Regioni e riguardanti altri animali».

La vicenda aveva suscitato grande indignazione anche al di fuori del mondo animalista e ambientalista, raccogliendo appelli da parte di numerose personalità dell’arte e della cultura, oltre a 136 mila firme con una petizione online e decine di migliaia di e-mail di protesta inviate dai cittadini all’amministrazione regionale.

«Il fatto che il Consiglio di Stato abbia ritenuto valide le nostre ragioni ci riempie di soddisfazione perché è la dimostrazione che eravamo e siamo nel giusto – dichiarano gli attivisti – Il Consiglio di Stato rimane un baluardo di legalità e di rispetto delle norme, sempre prezioso quando si tratta di arginare politiche che vanno contro gli animali e l’ambiente. Dedichiamo questa vittoria alle centinaia di migliaia di cittadini che hanno sostenuto le nostre iniziative a favore dei cervi abruzzesi e ai milioni di turisti che ogni anno affollano la Regione attratti dalla sua natura e dagli animali selvatici che la popolano».

Perché la Regione Abruzzo aveva deciso l'abbattimento

Secondo la giunta abruzzese l'intervento si era reso necessario a causa delle denunce degli «operatori del settore e associazioni agricole» che in questi anni avevano lamentato danni alle attività a causa della massiccia presenza degli ungulati.

Uno studio commissionato dalla Regione stessa aveva evidenziato l'aumento del numero del numero dei cervi dal 2018 a oggi. Su questi dati si è basata la decisione di gestire il numero di ungulati attraverso la caccia. Una decisione che però aveva lasciato scontenti gli attivisti e anche frange della politica che in queste settimane hanno ritenuto lo studio «malfatto», come ci aveva spiegato il deputato forzista Nazario Pagano.

Cosa succede dopo la decisione del Consiglio di Stato

Ora dovranno essere i giudici del Tar Abruzzo a tornare sulla loro decisione e impedire, questa volta in maniera definitiva, che gli animali vengano abbattuti. Il Consiglio di Stato a seguito dell'udienza del 7 novembre scorso ha infatti solo sospeso e non annullato la delibera.

I cervi sono il simbolo della regione, e la loro presenza è un importante traino turistico per i piccoli Comuni che vivono a ridosso delle aree naturali come Barrea, Civitella Alfedena e altri. Proprio da queste aree che vivono del "turismo dei selvatici” arrivano le proteste agli abbattimenti. Ucciderli vorrebbe dire uccidere un simbolo della regione.

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