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24 Ottobre 2024
17:43

Simil Pitbull adottata dal personale dell’aeroporto di Bari morde un videoperatore: l’ennesimo caso di mancata cultura cinofila

Ancora una volta un Terrier di tipo Bull sotto i riflettori della cronaca quando è la cronaca stessa ad averlo voluto mettere in luce. Cosa ha portato la simil Pittbull Luna a mordere l'operatore di Mediaset? Proviamo ad analizzare il comportamento per capire la delicatezza delle emozioni dei cani in generale e di quelli di questa tipologia in particolare.

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Non abbiamo fatto in tempo a pubblicare la notizia della simil Pittbull che è stata adottata dai dipendenti dell'aeroporto di Bari dopo essere stata abbandonata lì, che la cronaca ci ha riportato a una realtà a cui non si doveva proprio arrivare. E che ancora una volta mette in luce un cane di questa tipologia per la sua "aggressività" e non per la incompetenza di tutti gli attori di quanto accaduto.

La cagna ha infatti assestato un morso in testa ad un operatore di Mediaset, Angelo Petragallo, che era andato a fare un servizio sulla sua storia, ora evidentemente ancora non con un lieto fine se non altro perché la polemica infuria e poi, come spesso accade, scemerà fino al prossimo caso. Si spera non letale come per fortuna questo che stiamo affrontando adesso ma come altri che sono purtroppo accaduti anche recentemente.

La simil Pitbull era aggressiva? Le motivazioni di Luna

Quando abbiamo scritto della decisione di lasciare che Luna rimanesse nel luogo dove era stata ritrovata, ciò che più mi ha colpito è stato l'entusiasmo con cui era stato annunciato l' "evento". E non perché non vi fosse da parte di chi ha così provato a salvaguardare il suo futuro la buona fede, penso. Ma le buone intenzioni spesso non si sposano con le buone prassi e evidente risulta la superficialità con cui si è ritenuto che un cane in generale, un mix Terrier di tipo Bull e molosso come lei in particolare, potesse integrarsi con serenità da subito in un contesto così dispersivo e con tanta gente intorno.

«Ora Luna ha una famiglia di 500 persone»: è stato scritto come se fosse necessariamente una bella cosa, ma già solo in questo si deve notare quanta poca attenzione si ha nei percorsi di adozione alla conoscenza non solo delle motivazioni di razza, che variano da tipologia a tipologia, ma anche della personalità del singolo individuo. I cani, e a maggior ragione un Terrier di Tipo Bull, non ha infatti bisogno di una folla ma di un piccolo nucleo familiare in cui sentirsi parte integrante e con una persona di riferimento a cui affidarsi. Proprio poi per le motivazioni principali di questi individui, tra cui spicca l'affiliativa che va molto sviluppata per contenere le altre che caratterizzano questi animali, ovvero la predatoria e la possessiva.

A fronte poi della sua storia personale, Luna è un soggetto che ha subito il trauma dell'abbandono e che ha bisogno di ritrovare calma e serenità prima di poter affrontare una qualsiasi interazione con l'ambiente circostante e con gli sconosciuti, al di là della socievolezza che sicuramente ha, considerando che prima di quanto accaduto, secondo quanto ci ha raccontato direttamente proprio il presidente dell'aeroporto pugliese, mai ha manifestato alcun comportamento aggressivo.

Ma manco quello che è successo con l'operatore di Mediaset va definito così: l' aggressività espressa da Luna, infatti, è frutto non di una generica "indole" ma di una reazione allo stress e anche alla paura che deve aver provato nel disagio di essere così tanto al centro dell'attenzione, sicuramente manipolata e portata a un sovraccarico di emozioni che i cani in generale possono aver difficoltà a subire e a maggior ragione quelli che appartengono a questa "selezione di razza".

Al di là di "termini tecnici", infatti, i simil Pitt e affini hanno una "corazza muscolosa" ma un'anima molto fragile: sono dei guerrieri di cristallo che della loro potenza – se potessero parlare – probabilmente sceglierebbero di farne a meno perché la vita con loro si manifesti solo attraverso tutta la sensibilità e la tenerezza che hanno.

Venendo a Luna,  già solo il racconto della stessa vittima di come sono andate le cose dimostra quanta resilienza un cane così riesce ad avere in una situazione di stress estremo come quella di finire sotto i riflettori e al centro dell'attenzione di tanti, quando il desiderio principale che un cane così ha è proprio di poter stare tranquillo con una persona che lo rispetti (oltre ad "amarla"). 

Cosa è accaduto all'aeroporto di Bari?

Il presidente dell'aeroporto di Bari ci ha fatto sapere che la dinamica di quanto accaduto è da far risalire al caos che si è generato intorno a Luna durante le riprese del servizio. Ci ha spiegato che la cagna è stata molto sollecitata e che quando il cameraman è andato a recuperare una batteria che aveva messo in carica «si è spaventata e ha reagito». Diciamolo subito: il presidente ha anche voluto sottolineare a Kodami che Luna rimarrà dove si trova, senza «nessun rischio che finisca in canile».

Su questa ricostruzione ci sentiamo di dire che ci sembra corretta perché ascoltando la testimonianza proprio di Petragallo si riesce a tradurre dai suoi commenti personali il comportamento canino.

In un video l'operatore spiega infatti la dinamica dell'evento dal suo punto di vista ed emergono così dei particolari importanti che, se letti attraverso la professionalità di un istruttore cinofilo, consentono di capire lo stato emotivo del cane. Proprio ascoltando le parole dell'operatore, in totale buona fede e anche ammirevole per come riesce a parlare  comunque"bene" della cagna, si evince quante cose sbagliate sono state fatte nell'interazione con lei.

Petragallo racconta infatti che Luna mordeva il guinzaglio mentre era stata portata in giro per realizzare il servizio, aggiungendo che lo faceva «per gioco» e che poi era stata fatta salire su un divano per mostrare quanto fosse tranquilla. Quando lui si è chinato per recuperare la batteria, la cagna si è scagliata contro. Se si è salvato, aggiunge, è perché è intervenuta una collega che ha tenuto Luna per la pettorina e – sempre secondo il cameraman – così si è interrotto "l'attacco" perché se no «questa è una razza che non perdona». Il racconto, comprensibilmente fatto con tensione dopo lo choc subito, continua con affermazioni come: «Il cane era incazzato nero, qualcuno ha chiuso la porta lasciando la collega dentro che ha rischiato anche lei, ma sono cani che una volta che puntano una persona non pensano ad altro che a quella persona».

Ecco, su questo ci siamo: se Luna avesse davvero avuto l'intenzione di non lasciarlo andare non l'avrebbe fatto, nemmeno se c'era un energumeno dall'altro lato a fermarla quando invece ha lasciato perdere, semplicemente tirata per la pettorina. Ed è vero che questi cani "non mollano" ma questa cagna, ed ecco il valore della soggettività, in un momento in cui avrebbe potuto davvero "perdere la testa" ha saputo interrompere la sua azione che è stata difensiva e non offensiva, solo sentendosi tirare indietro.

Sì: il morso di Luna arriva come risposta emotiva a una condizione di paura, come forma di auto tutela quando ha visto un uomo con cui ha interagito poco e male chinarsi all'improvviso accanto a lei, nonostante avesse già dato segnali del suo disagio: perché un cane che morde il guinzaglio non lo fa per giocare ma mostra così il suo elevato livello di stress. E Luna ha anche saputo fermarsi nonostante i Terrier di Tipo Bull sono cani che riescono ad avere fluttuazioni di arousal altissime, ovvero variazioni del livello di eccitazione emotiva che possiamo banalmente quantificare come "da zero a cento" in un secondo. Luna lo ha fatto, nonostante avesse subito quello che per noi è il modo di manifestare "affetto" ai cani – toccarli, baciarli, accarezzarli, pressarli a interagire con noi – e che invece viene percepito come invasione della sfera emotiva dal "miglior amico dell'uomo".

Altra cosa che sentiremo nelle trasmissioni televisive sicuramente sarà il passaggio in cui l'operatore dice che i medici hanno ritenuto poter utilizzare «una sorta di colla al posto dei punti per evitare la cicatrice sulla testa». Ma questa informazione, qualora sia davvero così e senza nulla togliere – sia sempre chiaro – al fatto che il cameraman ha subito ciò che mai nessuno dovrebbe patire, ci dice che il morso di per sé non è stato così profondo quanto cani di questa morfologia possono arrivare a fare.

Da quel che abbiamo sentito e ricostruito, dunque, possiamo allora interpretare ciò che quell'animale stava in realtà provando ancora prima che avvenisse la sua reazione e anche chiaramente manifestando. Se solo ci fosse stato un educatore esperto o, meglio ancora, un istruttore cinofilo a seguire tutte le fasi – anche pre incontro con l'uomo che ha subito il morso – sicuramente si sarebbe evitato quanto accaduto e dato davvero la possibilità a Luna di integrarsi in una realtà che vuole accoglierla e che "tifa" per lei ma in cui, ricordiamolo, si è ritrovata suo malgrado.

Un malessere ignorato

Il mordere il guinzaglio, infine e per dare un'idea concreta di quanto si potesse leggere già da prima dell'evento il malessere di Luna, è un atteggiamento che si verifica molto spesso da parte di questa tipologia di cani quando vengono "costretti" a fare qualcosa che per loro non rispecchia una routine di cui hanno molto bisogno. Accade infatti a molti soggetti confinati nei box dei canili, ad esempio, quando gli operatori li portano fuori dalle "gabbie" in cui tendenzialmente sono condannati a vita. E' una forma di scarico di un'emozione che non riescono a controllare, dovuta all'enorme disagio di dover affrontare una situazione nuova che potrebbe essere per noi qualcosa di positivo ("ti porto fuori non sei contento?") ma che per loro diventa ingestibile a livello emotivo.

Tutto ciò, comunque, solo per sottolineare ancora una volta quanto siamo lontani dalla conoscenza di Fido, l'animale che ci è accanto da migliaia di anni, con cui ci siamo letteralmente co evoluti, e che continuiamo a trattare come se non avesse emozioni, cognizioni e una storia personale e unica che caratterizza ogni individuo, al di là delle razze ma dovendo però conoscere perfettamente tipologie che l'uomo stesso ha selezionato.

Un discorso che vale dal Barboncino al Pitbull, solo che del primo non parliamo perché "non fa paura e non fa danni" e del secondo sì, continuando a stigmatizzarlo e a non mettere l'accento sull'incompetenza da tutti i punti di vista. Anche quando le cose vengono fatte con le buone intenzioni come in questo caso.

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