Nell'acquario di Shreveport, in Louisiana, è accaduto qualcosa che ha lasciato tutti a bocca aperta: lo scorso 3 gennaio si è schiuso un uovo di squalo deposto da una femmina senza che ci fosse alcun maschio nella vasca.
Lo squaletto, appartenente alla specie Cephaloscyllium ventriosum – animale simile al nostro gattuccio – è nato dopo otto mesi di incubazione, sotto lo sguardo attento del team di biologi marini. Ma com'è possibile che un uovo si sia sviluppato senza la fecondazione da parte di un maschio? Sono due le ipotesi principali.
Chi è lo squalo appena nato: si è schiuso dai "borsellini delle sirene"
Cephaloscyllium ventriosum è uno squalo gatto diffuso lungo le coste del Pacifico orientale, dal sud della California fino al Cile. In inglese, sono conosciuti come swell shark, nome ispirato alla loro incredibile capacità di gonfiarsi d'acqua quando si sentono minacciati, diventando così difficili da ingoiare per un eventuale predatore più grande. A differenza di altri squali che partoriscono piccoli già formati, gli squali gatto depongono come le razze sacche ovigere, conosciute anche col nome di borsellini delle sirene.
All'interno della sacca c'è l'uovo vero e proprio, che solitamente impiega tra i 9 e i 12 mesi per schiudersi, a seconda della temperatura dell'acqua. Nel caso del piccolo appena nato, però, c'è un dettaglio che rende questa nascita un vero e proprio enigma: nell'acquario di Shreveport ci sono solo due femmine adulte e nessun maschio. Inoltre, le analisi hanno confermato che nessuna delle due ha avuto contatti con un maschio neppure in passato, da almeno tre anni. Com'è potuto accadere?
Due ipotesi per spiegare questa nascita straordinaria
Le possibili spiegazioni a questa nascita "miracolosa" sono due. La prima è una strategia riproduttiva chiamata anche fecondazione ritardata: in alcune specie di squali e altri animali, le femmine possono immagazzinare e conservare sperma nel loro corpo per periodi anche molto lunghi dopo un accoppiamento, fecondando successivamente le proprie uova parecchio tempo dopo aver incontrato un maschio. Tuttavia, i tre anni di distanza dall'ultimo possibile "appuntamento" rendono questa possibilità piuttosto remota.
L'alternativa più affascinante è la partenogenesi, un fenomeno non comunissimo tra gli squali, ma già documentato in altri acquari. Si tratta di una forma di riproduzione asessuata, in cui le uova della femmina generano un embrione, solitamente un clone genetico della madre, senza bisogno della fecondazione da parte di un maschio. Questo meccanismo, documentato anche in altre specie tra cui insetti, rettili, pesci e anfibi, è già stato osservato in squali e razze e in alcuni animali, dove non ci sono più maschi, è l'unica strategia riproduttiva possibile.
Solo il DNA riuscirà a risolvere definitivamente il mistero
Il piccolo squalo, che è stato chiamato Yoko (dal termine nativo americano chumash ‘onyoko, che significa "squalo"), nel frattempo sta crescendo sano e forte, inconsapevole di come sia venuto al mondo. Quando però sarà cresciuto, sarà sottoposto a un test genetico che risolverà ogni dubbio genitoriale. Analizzando il suo DNA, i ricercatori potranno capire facilmente se lo squaletto è frutto di una fecondazione ritardata, qualora ci saranno tracce genetiche diverse da quelle della madre, o di partenogenesi, se risulterà invece un clone identico alla mamma.
«Questa nascita è un evento incredibile e dimostra l'adattabilità di questa specie», ha dichiarato in un comunicato Greg Barrick, che si occupa di accudire gli animali dello Shreveport Aquarium. «Nei prossimi mesi, scopriremo se si tratta davvero di partenogenesi o di fecondazione ritardata. In ogni caso, è la prova che la vita… uh, trova sempre un modo», citando l'iconica frase di Ian Malcolm nel film Jurassic Park. Qualunque sia la risposta, Yoko rappresenta l'ennesimo nuovo capitolo nella straordinaria storia della vita, anche dietro il vetro di un acquario.